UE – Le sfide della seconda Commissione von der Leyen

Il mondo ebraico europeo e Israele guardano con attenzione alla nuova composizione della Commissione Ue guidata dalla presidente Ursula von der Leyen. L’elenco delle preoccupazioni è lungo: l’ondata di antisemitismo innescata dal 7 ottobre, il radicalismo islamico, l’odio espresso nelle manifestazioni pro palestinesi, il consolidarsi di movimenti di estrema destra. Minacce che rappresentano un pericolo per tutta l’Europa democratica, ha sottolineato in un recente intervento Ariel Muzicant, presidente del Congresso ebraico europeo. «Se la democrazia e i diritti umani non saranno salvaguardati in Europa, la vita ebraica faticherà a svilupparsi. Per le comunità ebraiche questa minaccia è più preoccupante dello stesso antisemitismo. Se vogliamo mantenere la vita ebraica in Europa, dobbiamo agire ora», ha affermato Muzicant nel corso di una conferenza organizzata al parlamento austriaco. Un riferimento alla necessità di garantire le libertà di tutti i cittadini, tutelandone allo stesso tempo la sicurezza dalle minacce degli estremisti. Un problema su cui, a livello europeo, dovrà concentrarsi il nuovo commissario agli Affari Interni e Migrazione, l’austriaco Magnus Brunner. Già ministro delle Finanze, Brunner durante il suo incarico a Vienna ha mostrato sensibilità per le tematiche sollevate dalla comunità ebraica. Nel 2023 ha sostenuto un provvedimento per aumentare l’assistenza alle vittime della Shoah e ha lavorato a una legge per introdurre un sostegno alla vita ebraica nel paese.
Lo sguardo di Gerusalemme è invece concentrato sulla futura guida della diplomazia Ue, l’estone Kaja Kallas, scelta da von der Leyen come nuovo alto rappresentante agli Esteri. «Le relazioni UE-Israele possono solo migliorare con questa nuova leadership», ha commentato alla Deutsche Welle da Bruxelles Daniel Schwammenthal, dell’American Jewish Committee. Una sintesi di un’opinione espressa anche in Israele. Gerusalemme in questi anni ha avuto diversi scontri con il ministro degli Esteri Ue uscente, Josep Borrell. Una figura considerata più moderata come Kallas potrebbe aiutare a ricomporre le fratture.