ISRAELE – Il governo sposta la 98esima Divisione verso nord

I comandi dell’esercito israeliano hanno dato ordine alla 98esima Divisione, per mesi impegnata a Gaza, di spostarsi nel nord d’Israele. Da settimane il fronte settentrionale, bersagliato dai terroristi di Hezbollah, è diventato la preoccupazione principale delle forze di sicurezza. Ora un conflitto su larga scala sembra sempre più vicino, complice quanto accaduto nelle ultime 24 ore in Libano e Siria: l’esplosione, attribuita a Israele, di migliaia di cercapersone in mano agli uomini di Hezbollah.
Un attacco che ha colto in contropiede il gruppo terroristico libanese, che ha giurato vendetta. A Gerusalemme e nell’establishment della sicurezza, così come non pochi esperti, sostengono che è necessario approfittare di questo momento di confusione e lanciare un’ampia campagna militare in Libano», scrive su Yedioth Ahronoth Ron Ben-Yishai. L’obiettivo di questa operazione, caldeggiata da alcuni dei vertici di Tsahal, sarebbe «distruggere e mettere fuori combattimento parte delle capacità missilistiche di Hezbollah, accumulate con l’aiuto dell’Iran». Per Ben-Yishai, un’operazione su larga scala sarebbe necessaria per evitare un assalto al nord d’Israele «sulla falsariga del 7 ottobre» e per fermare «il fuoco costante che sconvolge la quotidianità» di chi vive in quella zona. Ma gli Stati Uniti, aggiunge l’analista, sono fermamente contrari a questa opzione, e sono ancora impegnati a trovare una soluzione diplomatica allo scontro. Nel mentre si attende la risposta di Hezbollah. Non è detto, scrive Ben-Yishai, che scelga un confronto diretto con Israele, potrebbe colpire, come fatto in passato, istituzioni israeliane all’estero o legate al mondo ebraico come accaduto in Argentina nel 1994.
Intanto un attentato dei terroristi guidati da Nassan Nasrallah è stato sventato. I servizi di sicurezza hanno reso noto del tentativo, nel 2023, di colpire l’ex capo di stato maggiore ed ex ministro della Difesa Moshe Ya’alon. Hezbollah ha cercato di far detonare dell’esplosivo nel parco Yarkon di Tel Aviv durante una delle passeggiate nella zona di Ya’alon. L’attacco però è fallito. «Non è la prima volta che qualcuno cerca di uccidermi», ha commentato Ya’alon. «La mia visione del mondo è quella di uno che attacca, non di uno che viene attaccato, e prendo precauzioni, per questo sono vivo».