ISRAELE – Idf avvertono libanesi: allontanatevi da Hezbollah

«Hezbollah vi sta mentendo e vi sta sacrificando. I suoi missili e i suoi droni sono più preziosi e importanti di voi». Parla in arabo, Avichay Adraee, portavoce dell’esercito israeliano, e il suo messaggio è per la popolazione del sud del Libano. La richiesta è una: allontanatevi dai luoghi in cui i terroristi di Hezbollah tengono il loro arsenale perché presto colpiremo. Un invito fatto in un video, ma preceduto da centinaia di messaggi e telefonate ai residenti delle aree considerate da Tsahal un obiettivo. Avvertimenti sono stati fatti passare anche attraverso la radio libanese: «Questo è un messaggio importante per i residenti del Libano. L’Israel Defence Force sta prendendo di mira i siti militari di Hezbollah. Se vi trovate all’interno o nelle vicinanze di un edificio utilizzato da Hezbollah, dovete evacuare immediatamente. Trovarsi vicino ad agenti o strutture di Hezbollah comporta un rischio di vita». Allarmi volti ad evitare il più possibile il coinvolgimento di civili in un conflitto sempre più aperto con l’organizzazione terroristica sostenuta dall’Iran. Nelle ultime 24 ore, rende noto Gerusalemme, oltre 300 obiettivi nemici sono stati colpiti. «Quello che vedete nel sud del Libano sono esplosioni di armi di Hezbollah all’interno delle case. In ogni abitazione che colpiamo ci sono armi, missili e droni diretti contro i cittadini israeliani», ha dichiarato il portavoce dell’Idf Daniel Hagari alla stampa. Secondo l’analista militare Ron Ben-Yishai da una decina d’anni Hezbollah ha avviato “un Airbnb delle armi”: dietro pagamento, ha usato le abitazioni dei privati come deposito di armi e base missilistica. “Il progetto prevede che la casa abbia un tetto che si può rimuovere rapidamente, consentendo al missile di essere sparato in pochi minuti. Le famiglie, di solito povere, che ospitano questi missili servono sia come scudi umani che come mimetizzazione”, spiega Ben-Yishai su ynet. Tsahal era al corrente di questa strategia, ma non è intervenuta per evitare di coinvolgere i civili. Ora, con l’acuirsi dello scontro, è iniziata una nuova fase con l’eliminazione di queste postazioni di lancio camuffate, previo avviso della popolazione di allontanarsi.
Sul fronte interno, Hagari ha chiesto la piena collaborazione degli israeliani, in particolare dei residenti del nord, dall’8 ottobre sotto attacco quotidiano. Con un aggravarsi della situazione nelle ultime 48 ore: i missili di Hezbollah si sono intensificati, causando ulteriori feriti e danni alle abitazioni. Nell’alta Galilea le scuole sono chiuse e vige un parziale divieto di assembramento. Secondo le linee guida, all’aperto è possibile riunirsi al massimo in dieci. Negli edifici rinforzati, in 100.
«Per 30 secondi e tre centimetri siamo vivi», ha raccontato al Canale 12 Dudi Yitzhaki, la cui casa a Givat Avni, in Galilea, è stata colpita da un razzo. Appena è scattato l’allarme, Yitzhaki e la sua famiglia sono corsi nel rifugio antimissile, chiudendosi come da istruzioni la porta dietro. «Abbiamo dopo poco un’esplosione incredibile. Se non avessimo chiuso la porta, saremmo morti. E per questo il mio messaggio è: seguite le istruzioni, salvano la vita». Un invito lanciato a più riprese anche dalle autorità. «In questa nuova fase della guerra, il nostro successo dipende anche dalla corretta condotta del fronte interno. Ci aspettano giorni difficili, in cui dovremo mantenere la calma», ha dichiarato il ministro della Difesa Yoav Gallant. «Stiamo colpendo in profondità in Libano. Le operazioni proseguono e continueranno fino a quando non avremo raggiunto il nostro obiettivo di riportare i residenti del nord in sicurezza nelle loro case». Secondo Gallant, «la differenza tra successo e fallimento dipende anche dal fatto che i cittadini entrino nelle stanze protette e in altre aree e seguano le istruzioni».