TORINO – REMEMBR-HOUSE, i progetti dei ragazzi in mostra
Centinaia di studenti da tutta Italia hanno partecipato a un bando del progetto REMEMBR-HOUSE, promosso dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo di Torino e dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Obiettivo: proporre una riflessione sul tema della casa «come diritto inalienabile dell’uomo», partendo dallo studio dei documenti del fondo EGELI sui beni sequestrati agli ebrei piemontesi e liguri con l’entrata in vigore delle leggi razziste del 1938. Tra i numerosi progetti pervenuti, una giuria ne ha individuati cinque come particolarmente meritevoli, rendendoli protagonisti di una mostra al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino aperta al pubblico fino a domenica 6 ottobre.
Realizzato da Giulia Gallerani e curato da Sharon Reichel, l’allestimento ha la forma di una casa in quattro stanze: tre danno spazio a un progetto individualmente, in una quarta due progetti sono accorpati. In mostra tra camera da letto, cucina, studio e salone – i quattro ambienti – ci sono i lavori dell’IIS “G. Soleri – A. Bertoni” di Saluzzo (CN), del Liceo Scientifico “A. Gallotta” di Eboli (SA), dell’Istituto Istruzione Superiore “P. Sraffa” di Brescia, dell’Istituto Professionale “D. Modugno” di Polignano a Mare (BA) e dell’Istituto Professionale “D. Modugno” di Conversano (BA).
I progetti
Classificatosi al primo posto, il lavoro degli studenti di Saluzzo si intitola “Un’educazione europea” e si ispira alle storie di Benvenuto Lattes e di Giulio Segre, un adulto e un bambino ebrei perseguitati dal nazifascismo, con l’obiettivo di «suscitare una maggior consapevolezza sulle dinamiche passate e presenti che determinano la violazione dei diritti e la conseguente ricerca di un nuovo rifugio». Tematiche affini sono affrontate anche negli altri progetti selezionati, tra valore del ricordo «quale sentimento immutabile», casa come «memoria di chi siamo», poesie composte «per comunicare emozioni incontenibili che sono vita» ed elaborazioni video che documentano in «un crescendo drammatico» i crimini contro l’individuo compiuti a partire dal 1938. A tutti gli studenti e istituti che hanno partecipato si è rivolto con un apprezzamento l’ex presidente del Meis Dario Disegni, intervenuto all’inaugurazione assieme ai rappresentanti degli enti coinvolti.
Il percorso della mostra
«La mostra rappresenta un primo punto di arrivo di un percorso, iniziato con l’avvio dei laboratori didattici e con la formazione degli insegnanti», spiega Reichel. Torino è la prima di tre tappe espositive, perché la mostra sarà poi trasferita a Madrid, alla scuola ebraica Centro de Estudios Ibn Gabirol Colegio Estrella Toledano. E arriverà infine a Ferrara, a Palazzo Turchi di Bagno, in collaborazione con l’Università. «La mostra è fatta in cartone: materiale leggero, in parte sostenibile», sottolinea Reichel. «È un allestimento interattivo, ma è soprattutto la dimostrazione che bisogna avere fiducia nei ragazzi. A dispetto di quel che in genere si dice su questa generazione, i ragazzi hanno voglia di esprimersi, di dire la loro».