DIALOGO – A Camaldoli una riflessione su Israele e la Chiesa

Nel 2025 saranno i 60 anni della dichiarazione Nostra Aetate, il documento attraverso il quale la Chiesa cattolica ha regolato i nuovi rapporti con le religioni non cristiane, dedicando un capitolo alle relazioni con l’ebraismo. L’antisemitismo, fu stabilito, non ha una legittimazione teologica.
Fu una svolta storica per il Vaticano e su questa punterà l’attenzione la prossima edizione dei Colloqui ebraico-cristiani in programma a Camaldoli dal 4 all’8 dicembre. Il tema scelto è “Israele e la Chiesa” e sarà l’occasione non solo per rievocare quanto avvenne allora, ma riflettere su quanto sta avvenendo oggi. Sembrerebbe essercene un gran bisogno. L’incontro è annunciato d’altronde in «un periodo particolarmente difficile, che ha pesanti conseguenze anche sul dialogo ebraico-cristiano», come riconoscono gli organizzatori dei Colloqui.
«Sono tempi difficili. E proprio per questo è necessario portare avanti quel che di buono è stato costruito in questi decenni», spiega a Pagine Ebraiche il presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane (Federaec) Marco Cassuto Morselli, che aprirà i Colloqui con una prolusione. Seguiranno nell’arco di quattro giorni conferenze, seminari, gruppi di lavoro, con l’intervento di rabbini e preti, studiosi e rappresentanti istituzionali. In un panel sul “dialogo come via per la pace” parleranno tra gli altri il presidente dei rabbini italiani Alfonso Arbib e la presidente Ucei Noemi Di Segni, a confronto con monsignor Gaetano Castello della Commissione episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Cei e con la moderatrice della Tavola valdese Alessandra Trotta. «Camaldoli è un’esperienza proficua, da valorizzare il più possibile», esorta Cassuto Morselli.

Le novità editoriali

Sotto la sua ala protettrice è nata ad esempio Avinu, rivista per il dialogo ebraico-cristiano diretta da Massimo Giuliani. «Lo scorso anno presentammo il numero zero. A dicembre introdurremo il terzo numero», sottolinea il presidente della Federaec. A livello editoriale anche altri progetti stanno portando dei risultati. «È il caso della collana Il Melograno dell’editore San Paolo, che proseguirà con le pubblicazioni nel solco della Bibbia dell’Amicizia. Nel diffuso analfabetismo religioso in Italia, quello biblico è un capitolo a parte. Lavoriamo per colmarlo». Va nella stessa direzione «la scelta di Castelvecchi di tradurre in italiano un testo dei vescovi francesi su come decostruire l’antigiudaismo di matrice cristiana». È inoltre prevista per fine ottobre la presentazione nei locali della Comunità ebraica romana «di un saggio di Norman Tobias sulla figura di Jules Isaac», autore del fondamentale studio Gesù e Israele che tolse molti argomenti agli antisemiti. Fuori dal perimetro dell’Amicizia ebraico-cristiana, ma comunque connessa a questo sforzo, è la realizzazione di un altro saggio in arrivo nelle librerie: Il nuovo rifiuto di Israele, curato da Massimo De Angelis per Salomone Belforte, «con 25 contributi di vario orientamento: ebrei di sinistra, così come ebrei di destra». Sempre in una logica costruttiva. Tra Israele e la Chiesa, si afferma nel programma dei Colloqui, «non vi è un rapporto di reciproca estraneità, e il disprezzo, l’inimicizia, l’ostilità, l’odio non hanno alcuna legittimità».

a.s.