FESTA DEL LIBRO – Essere ebrei oggi, un confronto sull’identità

Essere ebrei, oggi (Il Mulino), l’ultimo saggio di Sergio Della Pergola, è stato concepito ben prima del 7 ottobre. Ma «la storia procede anche per salti e rotture», riconosce l’autore. E quindi anche i massacri di Hamas hanno già avuto e avranno ancora un peso nella definizione dell’identità tra «continuità e trasformazione», in Israele come nelle comunità della Diaspora. Con un’attenzione speciale rivolta all’Italia. D’altronde, scrive l’illustre demografo in un capitolo dedicato alle vicende nostrane, l’esperienza ebraica italiana ha spesso preceduto «quella di altre comunità nel mondo, nel bene e nel male, nell’esperienza del rapporto politico con la società di maggioranza non ebraica e nella ricerca di nuovi e originali percorsi».
Ruotava attorno al libro di Della Pergola, professore emerito dell’Università ebraica di Gerusalemme e tra i più autorevoli esperti di demografia ebraica e d’Israele, uno degli eventi della giornata conclusiva della Festa del libro ebraico organizzata a Ferrara dal Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah. Al tavolo, in una circostanza che il direttore del museo Amedeo Spagnoletto ha definito «unica e speciale», i tre presidenti succedutisi alla guida del Meis dalla sua fondazione: Riccardo Calimani (2008-2015), quindi Dario Disegni (2016-2024) e infine Guido Ottolenghi, in carica da agosto.
Moderata da Pagine Ebraiche, la conversazione si è incentrata su alcuni punti salienti del saggio e sulle riflessioni che l’elaborazione di indagini, tabelle e proiezioni offre al lettore. «Questo libro nasce dall’esigenza di fare chiarezza, di avviare un’operazione di nettezza pubblica», ha affermato Della Pergola. Partendo dalla sfida di definire quale sia l’essenza dell’ebraismo e attraverso quali contenuti l’identificazione ebraica si manifesta. In Italia, più o meno in linea con il resto d’Europa, le risposte prevalenti alla domanda su cosa sia l’ebraismo sono state «lotta all’antisemitismo» e «Memoria della Shoah». A seguire, a una certa distanza, voci come «cultura», «festività ebraiche», «religione». Un approccio più sulla difensiva che attivo.
Quelli studiati e con cui si cimenta Della Pergola sono numeri “che parlano”, hanno concordato i tre relatori, accomunati non solo dal coinvolgimento nel Meis ma dall’essere o essere stati presidenti di Comunità. Disegni lo è dal 2015 a Torino. Ottolenghi e Calimani lo sono stati, rispettivamente, a Bologna e Venezia. Inevitabile anche alla luce dei loro profili una riflessione sullo stato dell’arte dell’ebraismo italiano, sulle sue specificità, sull’insidia del decremento demografico. Tema al quale si è riferito con allarme anche rav Luciano Caro, il rabbino capo di Ferrara, presente tra il pubblico.
Essere ebrei, oggi è un libro dal taglio divulgativo. E chissà che non possa esserci in futuro anche un “Essere ebrei, domani”, fortemente auspicato dagli altri relatori. Nel mentre, tra poche settimane, uscirà in inglese Us Jews Reflections on Identity and Demography. Nel suo nuovo studio Della Pergola si concentra sull’ebraismo americano e sulle diverse spaccature (interne, nei confronti di Israele) che lo stanno attraversando.

a.s.