GENOVA – Matrimoni in sinagoga e viaggi di speranza
La Comunità ebraica di Genova ha avviato una raccolta di documenti e ricordi familiari, così da ricostruire parti della sua storia di cui si rischierebbe altrimenti di perdere memoria e consapevolezza.
Va in questa direzione la mostra inaugurata per la Giornata Europea della Cultura Ebraica appena trascorsa. Si chiama Racconti di Matrimoni della nostra Comunità ed è una raccolta di immagini curata da Anna Dello Strologo, Danièle Sulewic e Dana Zanotti per salvare dall’oblio una parte di questo prezioso vissuto. Vari pannelli ricostruiscono momenti lieti dell’ebraismo genovese: alcuni antecedenti alla Seconda guerra mondiale, altri relativi agli anni della ricostruzione e ai decenni successivi. Non tutte le foto hanno come sfondo Genova. Quella del capoluogo ligure è d’altronde una Comunità ebraica «dalle tante provenienze», sottolinea nell’introduzione alla mostra il rabbino capo Giuseppe Momigliano.
Oltre alle foto di famiglia recuperate dai cassetti e dagli archivi familiari, l’allestimento dà risalto ad alcune schede non accompagnate da immagini ma non meno importanti. Documentano i numerosi matrimoni celebrati all’interno della sinagoga di Genova tra l’autunno del 1945 e la primavera del 1948 tra coppie di sopravvissuti alla Shoah «transitati in questa città in attesa di nuove destinazioni, con il disperato bisogno di pensare a una nuova vita». Per molti di loro ciò sarebbe avvenuto nell’allora Palestina mandataria, il nascente Stato d’Israele. Suggestivo, fa notare il rav, è quindi l’accostamento tra «le immagini liete di sposi felici nel momento più bello della loro vita» e «i più scarni documenti che tuttavia richiamano storie straordinarie», dipanatesi all’ombra di una sinagoga che era stata testimone nel 1943 «dell’inizio della tragedia».
Nell’immagine in basso: uno dei certificati di matrimonio di profughi scampati alla Shoah emessi a Genova nel 1948