ISRAELE – Inbar, Shahar e Revital fra le vittime della strage di Jaffa

«Inbar è stata un esempio di amore e di coraggio fino all’ultimo. Ha salvato nostro figlio Ari», racconta all’emittente Kan il marito Yaari Vigder. La moglie, Inbar Segev-Vigder, 33 anni, è una delle sette persone uccise nell’attentato di ieri a Jaffa, nel sud di Tel Aviv. Quando uno dei due terroristi palestinesi le ha sparato aveva il figlio di 9 mesi nel marsupio. «Lo ha coperto con il suo corpo. Lui non ha neanche un graffio», spiega il marito. Yaari stava aspettando sua moglie a casa. Era uscita con il figlio e il cane. «Quando ho sentito dell’attentato ho provato a chiamarla, ma non ho avuto risposta. Sono uscito velocemente per cercarla. Ho trovato solo il nostro cane ferito da un proiettile e ho temuto il peggio». Ha iniziato a chiamare gli ospedali. In uno era ricoverato il figlio. Un testimone ha raccontato a ynet di aver visto Inbar con il figlio mentre erano sulla metropolitana leggera. Dopo la raffica di colpi, assieme ad un altro uomo «abbiamo sentito il bambino urlare. L’abbiamo tirato fuori dal marsupio e l’abbiamo fatto scendere dalla metro. Un agente di polizia ha portato me e il bambino al Wolfson in un’auto di pattuglia. Ho continuato a chiedere della madre, ma mi hanno detto di concentrarmi sul bambino», ha spiegato il testimone. «È un miracolo che Ari sia rimasto illeso», ribadisce Yaari. Dopo ore la polizia lo ha informato della morte di Inbar. «Ha affrontato la fine della gravidanza e il congedo di maternità da sola», ricorda il marito. Lui poco dopo il 7 ottobre era stato richiamato nell’esercito e fino a dicembre è rimasto a combattere a Gaza. Poi è stato richiamato nuovamente a maggio per servire al nord. «Mentre io ero via, lei gestiva tutto e tranquillizzava i nostri parenti. Era sempre piena d’amore».
Anche Shahar Goldman, 30 anni, è stata identificata tra le vittime assassinate nell’attentato. «Era sposata da poco più di un anno. Sua madre, nota educatrice a Lod, e sua sorella Meirav, musicista della Filarmonica di Berlino, sono sconvolte», ha raccontato il sindaco di Lod, Yair Revivo. In queste ore le autorità hanno diffuso i nomi di altre due persone uccise: Revital Bronstein, 24 anni, studentessa di informatica di Bat Yam, Ilia Nozadze, 42 anni, cittadino della Georgia, Nadia Sokolenko, 40 anni, residente a Jaffa.
Secondo le ricostruzioni, uno dei terroristi era armato con un fucile M-16, mentre l’altro aveva un coltello. Hanno aperto il fuoco sui passeggeri a bordo della metropolitana leggera prima di sparare ai pedoni in strada. Entrambi gli attentatori sono stati uccisi e provenivano da Hebron, in Cisgiordania.