L’OPINIONE – Alberto Heimler: Fermare i conflitti o risolverli?
Compito dell’ONU dovrebbe essere risolvere i problemi non bloccarli sempre e comunque, pena l’inasprimento dei conflitti. La soluzione non è sempre il cessate il fuoco, ma la cessazione delle ostilità (un obiettivo molto più ambizioso) sia in Ucraina che in Medio Oriente. Ciò implica: in Ucraina la restituzione delle terre conquistate dalla Russia (o comunque una negoziazione in buona fede tra Ucraina e Russia sul futuro di quelle terre e di quelle popolazioni) e in Medio Oriente la cessazione degli attacchi missilistici su Israele (che durano ormai da quasi vent’anni), il riconoscimento di Israele da parte dei suoi vicini e la creazione di uno Stato palestinese in pace con Israele, a Gaza e nei Territori. Come è possibile raggiungere questo obiettivo in Medio Oriente? Hamas ed Hezbollah (il cui obiettivo comune è la distruzione di Israele e l’eliminazione dei suoi abitanti ebrei) devono essere sconfitte militarmente: una soluzione politica è impossibile. Solo con la sconfitta militare di Hezbollah il governo libanese potrà esercitare la sua sovranità sul sud del Libano e, auspicabilmente, firmare un trattato di pace con Israele, non troppo lontano dopo l’accordo sui confini marini di qualche anno fa. Peraltro, dopo la decimazione della leadership di Hezbollah (e il ferimento dei suoi militanti con lo scoppio dei cercapersone) si aprono prospettive di pace col Libano impensabili solo poche settimane fa. A Gaza la popolazione appare molto più compattamente fedele ad Hamas di quanto lo siano i libanesi con Hezbollah, da qui le difficoltà di Israele di colpire i vertici di Hamas e di liberare gli ostaggi (l’informazione non filtra). A un certo punto però, Hamas si dovrà arrendere: l’incertezza sta solo sul quando. Solo allora potrà iniziare un vero percorso di pacificazione e di cessione progressiva di sovranità che in prospettiva si dovrà estendere anche ai territori occupati, come Sharon aveva auspicato già nel 2004-2005. Chiedere insistentemente il cessate il fuoco, come il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha fatto fin dall’ottobre 2023, non ottiene altro risultato che prolungare il conflitto indefinitamente. Come tutti possono osservare, stavolta Israele, e non solo Netanyahu come molti invece credono, vuole andare fino in fondo. È un sentimento diffuso nel Paese: le atrocità del 7 ottobre, motivate da un’ideologia religiosa estremista, non possano essere perdonate (anche su questo Guterres, giustificandole fin dall’ottobre scorso, ha commesso un incedibile errore di valutazione). Ogni guerra si conclude con la pace. Speriamo che anche questa volta, così come avvenuto con la sconfitta del nazismo, la pace sia definitiva, duratura e giusta.
Alberto Heimler
P.S. L’attacco missilistico dell’Iran della sera del 1 ottobre non mi ha fatto cambiare idea. Israele risponderà, spero colpendo la leadership iraniana. Chi sa che quell’azione non conduca a sviluppi clamorosi e che anche in Iran il regime clericale venga finalmente abbattuto. Insomma, alla vigilia dell’anno nuovo solo ottimismo!