7 OTTOBRE – Israele si unisce nel ricordo

Alle 6.29 del mattino è suonata la sirena al memoriale di Re’im. Non un allarme antimissile, anche se Hamas in queste ore ha lanciato alcuni razzi contro Israele. La sirena ha scandito il minuto di silenzio dedicato alle vittime del festival Nova. Le famiglie e gli amici hanno organizzato la commemorazione per l’anniversario dell’attacco del 7 ottobre, iniziato un anno fa alle 6.29. «Siamo qui per ricordare, abbracciarci e stare uniti», ha commentato il presidente d’Israele Isaac Herzog, unico rappresentante delle istituzioni presente. Lui e la moglie sono stati immortalati mentre abbracciavano e tenevano la mano di decine di parenti delle vittime: a Re’im un anno fa i terroristi hanno assassinato almeno 370 persone. «Il mondo deve rendersi conto e capire che per cambiare il corso della storia e portare la pace e un futuro migliore nella regione, deve sostenere Israele nella sua battaglia contro i suoi nemici», ha dichiarato il capo dello Stato.
Nel memoriale del Nova Festival grandi fotografie ricordano i volti sorridenti delle vittime uccise o rapite. Alcuni scatti sono accompagnati da una scritta in ebraico: «In un posto dove non ci sono parole, solo un abbraccio può fare la differenza».
Commemorazioni e cerimonie si tengono in tutto il paese e in particolare nelle località vicino a Gaza, teatro delle più efferate violenze dei terroristi palestinesi. A Kfar Aza, le famiglie si sono riunite per una cerimonia privata. Qui, il 7 ottobre 62 persone sono state assassinate e 19 prese in ostaggio. Poco più a sud, nel kibbutz Be’eri, comunità dove oltre 100 persone sono state uccise e 30 rapite, ha commemorato le vittime e allo stesso tempo manifestato per chiedere la liberazione dei 101 ostaggi ancora in mano a Hamas. Lo stesso appello è stato lanciato all’alba da diversi famigliari dei rapiti, riunitisi a Gerusalemme, a poca distanza dalla casa del primo ministro Benjamin Netanyahu. Alle 6.29 da un furgone è stato fatto partire una sirena di due minuti. Poi sono arrivati gli interventi. «Siete la nostra speranza in questi giorni difficili», ha affermato Shiri Albag alla folla di centinaia di sostenitori. Sua figlia Liri Albag è una dei cinque soldati di sorveglianza presi in ostaggio dalla base di Nahal Oz. «Il tempo per noi si è congelato», ha sottolineato Shai Wenkert, padre di Omer, rapito dai terroristi dal Nova Festival. «Per me non è passato un anno. 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per noi non c’è pace. Non ci sarà finché gli ostaggi non saranno a casa. Chi vuole vivere in un Paese dove non ti proteggono?».
La mattinata si è aperta con una triste notizia: la conferma della morte di Idan Shtivi, 28 anni. Il giovane è stato ucciso il 7 ottobre mentre fuggiva dal festival Nova e la sua salma è stata presa dai terroristi palestinesi. Per mesi non si avevano notizie di lui, ora l’esercito ha confermato alla famiglia la sua morte. «Quando è iniziato l’attacco, ha assistito un giovane uomo e una donna che aveva appena conosciuto mentre stavano scappando», ha spiegato il Forum delle famiglie degli ostaggi.