7 OTTOBRE – Netanyahu: ci siamo rialzati dopo il massacro
«Ricordiamo i nostri caduti, i nostri ostaggi – che siamo obbligati a riportare a casa – e i nostri eroi che sono caduti per la difesa della patria e del paese». Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu recandosi questa mattina al monumento a Gerusalemme in onore degli 87 civili e soldati della città caduti dal 7 ottobre a oggi. Nell’anniversario dell’attacco compiuto da Hamas, il premier, accompagnato dal sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, ricorda: «Abbiamo vissuto un terribile massacro un anno fa, ma ci siamo rialzati come popolo, come leoni».
Nel giorno delle commemorazioni, tanti i messaggi inviati dai leader internazionali di solidarietà. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno condannato Hamas per la strage e per aver innescato una guerra che ancora non si è conclusa. «L’attacco del 7 ottobre ha portato in superficie ricordi dolorosi lasciati da millenni di odio e violenza contro il popolo ebraico», ha sottolineato Biden. Il presidente Usa ha poi ribadito di pensare «ogni giorno agli oltre 100 ostaggi ancora prigionieri a Gaza e alle loro famiglie», giurando di non arrendersi «finché non riporteremo a casa sani e salvi tutti i rapiti rimasti». Sia lui sia la sua vice Harris hanno invocato la firma di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Un’opzione ancora difficile da raggiungere con l’esercito tornato, dopo settimane, a compiere alcune massicce operazioni nel nord della Striscia per eliminare i terroristi.
Il fronte più complicato rimane però il nord. Nuove forze sono state inviate nel sud del Libano per liberare l’area dalla minaccia di Hezbollah. Nelle ultime ore due soldati di Tsahal sono stati uccisi dal fuoco dei terroristi libanesi, portando a undici i militari caduti dall’inizio dell’operazione via terra nel Paese dei Cedri.