Metti un israeliano e un palestinese a Berlino…

La figlia di Dekel e Nina ha poco più di cinque anni. Con un po’ di fortuna, a dodici anni potrà celebrare il suo bat mitzwa nella nuova sinagoga di Fraenkelufer. Siamo a Kreuzberg, nel cuore di Berlino: i cigni e le canoe scivolano sull’Ufer, il canale, davanti alla colonne azzurre della sinagoga di Fraenkelufer, un ambiente raccolto con un minhag (rito) fra il conservadox e l’egualitario. Dekel e Nina Peretz animano da anni la piccola sinagoga sul canale: tra feste comandate, party per Purim e la Mimouna, attività per bambini, incontri fra artisti e Talmud Torah per tutti, la platea della sinagoga è molto cresciuta. In senso orizzontale, attirando soprattutto ebrei arrivati a Berlino da tanti paesi, e in senso verticale, con un brulicare di biberon e passeggini. La sinagoga può ospitare al massimo 300 persone: è tempo di crescere, di allargarsi. Lo spazio non manca: il tempio sul canale ha un grandissimo giardino dove viene allestita la Succah. La ragione per cui il giardino è così ampio è presto spiegata: nel 1916 qua era stata inaugurata una delle più grandi sinagoghe berlinesi, con posti a sedere per 2.000 fedeli e un’ala dedicata ai giovani. La struttura disegnata dall’architetto Alexander Beer avrà vita breve. Il 9 novembre del 1938, nella terribile Pogromnacht (Kristallnacht in tedesco non si dice più perché fa pensare solo alle vetrine in frantumi) il tempio di Fraenkelufer è dato alle fiamme; le macerie saranno sgomberate solo nel 1958. L’ala per i giovani, con le sue colonne azzurre, resta invece in piedi. E da qui parte il progetto di Dekel e Nina: ricostruire la sinagoga. «Ma non sarà solo un tempio», spiega Dekel a Pagine Ebraiche. «Sarà anche un centro comunitario, culturale e sociale con un asilo ebraico per 45 bambini, con degli studio per artisti, classi per il Talmud Torah, spazi espositivi, un teatro e un grande spazio per le feste come i bar mitzvah». Il nuovo centro, aggiunge Dekel, non dipenderà dalla Comunità ebraica di Berlino «ma dalla sinagoga, che però è parte della comunità ebraica della città». È il modello “satellitare” tedesco che federa diverse sinagoghe, rabbini e rabbine all’interno di una sola comunità lasciando poi autonomia a ortodossi, conservative e riformati nella gestione dei propri spazi. Il progetto di far rinascere la sinagoga di Kreuzberg è ben ancorato alla realtà: Dekel lo illustra proprio davanti al tempio fra il borgomastro di Berlino, il conservatore (Cdu) Kai Wegner, e il capogruppo dei socialdemocratici (Spd) Raed Saleh. Alleati in una große Koalition, i due politici sono davanti a Fraenkelufer per salutare un’iniziativa a cui ha già dato il proprio ok il Parlamento della città-Stato Berlino con uno stanziamento da 24,1 milioni di euro. I tempi per lo sviluppo di un progetto così complesso nel cuore di Kreuzberg non sono velocissimi. Prima c’è da lanciare il bando, valutare le proposte, lavorare sui permessi necessari, spiega ai due politici l’urbanista Engelbert Lütke Daldrup, delegato dal Comune per seguire la pratica, «ma sarebbe bello poter posare la prima pietra il 9 novembre del 2026», un segnale di rinascita in una delle date più buie del calendario tedesco. Il sindaco gongola: «Berlino è una città della diversità e della tolleranza ed è giusto che le persone più diverse la chiamino “casa”. C’è poi una minoranza che sbaglia, persone secondo cui la religione è fatta per dividere».
Wegner e Saleh sono arrivati alla sinagoga a piedi dopo una visita, con Dekel e altri esponenti della sinagoga, alla vicina moschea bosniaca di Kreuzberg, lodando il dialogo religioso fra i due luoghi di culto. Anche Saleh è entusiasta. Nato nel 1977 a Sebastia (pochi chilometri a nord di Nablus) e trasferitosi in Germania da bambino, il socialdemocratico berlinese di origine palestinese e musulmano devoto è tra i più convinti sostenitori del progetto di ricostruzione del tempio. «A Berlino non c’è posto per l’odio sia questo antisemitismo o l’islamofobia». «Io e Saleh siamo nati a pochi chilometri di distanza», risponde sorridendo Dekel, nativo di Tel Aviv.

dan.mos.

Nell’immagine: il borgomastro di Berlino Kai Wegner, Nina e Dekel Peretz, Meho Travljanin (presidente del centro culturale islamico bosniaco di Berlino) e Raed Saleh (capogruppo della Spd al Parlamento cittadino) davanti alla sinagoga di Fraenkelufer a Kreuzberg (Berlino)