ROMA – L’Ucei e l’Arma ricordano un altro 7 ottobre
Nel 1943 deportati 2.000 carabinieri

Il 7 ottobre del 1943 oltre duemila carabinieri di stanza a Roma furono arrestati dai nazisti con l’avallo del criminale fascista Rodolfo Graziani, il ministro delle Forze Armate della neo costituita Repubblica Sociale Italiana che aveva appena disposto il loro disarmo. Fu solo il primo atto di un dramma proseguito con la deportazione degli stessi nei campi di concentramento, che assicurò al nazifascismo maggior libertà d’azione nel perseguimento dei propri crimini. A partire dall’ormai prossimo rastrellamento degli ebrei romani, avviato all’alba del 16 ottobre.
Due vicende collegate e da leggere insieme, ha sottolineato la presidente Ucei Noemi Di Segni partecipando alla cerimonia organizzata anche quest’anno dai vertici dell’Arma insieme alle istituzioni ebraichenella caserma intitolata al capitano ed eroe Orlando De Tommaso. Medaglia d’oro al valore militare alla memoria, De Tommaso cadde nei combattimenti di Porta San Paolo mentre stava assistendo un suo compagno di lotta ferito dai nazisti. Tra gli intervenuti il generale Giuseppe La Gala, comandante delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri, il generale Marco Lorenzoni, comandante Legione Allievi Carabinieri, e il rabbino capo della capitale Riccardo Di Segni, che ha recitato un salmo. Per la presidente Ucei, l’arresto e la deportazione dei carabinieri romani «fa comprendere la diabolica pianificazione basata sulla doppia leva: eliminare chi risponde al sacro principio di rispettare le vite salvandole, avvalersi di chi risponde a biechi concetti di gerarchie e protezione per coadiuvare quel percorso che portava verso i campi». In ragione di ciò, ha proseguito Di Segni, «è nostro dovere saper oggi ribadire il chiaro e inequivocabile significato del concetto di legalità e stato di diritto», finalizzato proprio anche alla difesa della vita. Un messaggio confermato nella sua attualità dagli orrori di un altro 7 ottobre, quello del 2023. «Un abbinamento di date del tutto casuale», ha affermato Di Segni con riferimento ai pogrom di Hamas. Ma al tempo stesso «estremamente significativo» e che «fa rabbrividire».

Il comandante generale Luzi al quartiere ebraico

Sempre oggi, il comandante generale dell’Arma Teo Luzi si è recato in visita al quartiere e alla scuola ebraica di Roma. L’incontro è iniziato davanti alla sinagoga maggiore, dove il generale è stato accolto da rav Di Segni e dal presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun. «È stato un momento di grande importanza, per ringraziare il comandante generale per la dedizione e l’impegno profusi in questi anni di onorato servizio», informa la Comunità in una nota. La visita di Luzi, si legge, «ha rafforzato ulteriormente il legame profondo tra la Comunità ebraica e l’Arma dei carabinieri».

a.s.