ISRAELE – Gallant: Presto risponderemo all’Iran

Sono passate due settimane dall’attacco iraniano a Israele. «Presto risponderemo. Saremo precisi e letali», assicura il ministro della Difesa Yoav Gallant incontrando alcune famiglie degli ostaggi ancora in mano a Hamas. Sul fronte del negoziato con i terroristi di Gaza, invece, il ministro non si aspetta una svolta nell’immediato futuro. «C’è una stagnazione e non vedo progressi in questo periodo, mi dispiace dirlo». Secondo il ministro della Difesa, Hamas ha indurito la sua posizione perché spera che dal conflitto con Hezbollah in Libano e dallo scontro con l’Iran possa «accadere qualcosa che li favorisca». Gallant ha anche sottolineato un punto: Se dovesse presentarsi l’opportunità di portare avanti un accordo sugli ostaggi che collega la guerra a Gaza al Libano, Israele la coglierebbe al volo. Una direzione su cui preme la comunità internazionale e, tra gli altri, anche l’Italia come testimoniano le parole odierne della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Intervenendo al Senato, Meloni ha ribadito l’impegno del suo governo per un «cessate il fuoco a Gaza e in Libano», collegato alla liberazione dei 101 ostaggi ancora prigionieri dei terroristi palestinesi. «Penso che l’Unione europea possa e debba giocare un ruolo e che si debba ragionare già concretamente di cosa dovrebbe accadere a Gaza all’indomani del cessate il fuoco, come accompagnare concretamente la transizione verso l’opzione due popoli e due Stati», ha aggiunto Meloni.
La premier ha inoltre confermato di volersi recare in Libano la prossima settimana, citando anche le recenti tensioni legate agli incidenti tra le forze armate israeliane e il contingente Unifil delle Nazioni Unite. «In questi giorni, per la prima volta in un anno di azioni militari israeliane, le postazioni del contingente militare italiano inquadrato nella missione Unifil delle Nazioni Unite sono state colpite dall’esercito israeliano. Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, io penso che non si possa considerare accettabile. Ed è esattamente la posizione che l’Italia ha assunto, con determinazione, a tutti i livelli. È la posizione che io stessa ho ribadito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu». Se si possono muovere critiche legittime a Gerusalemme, dall’altro lato, ha aggiunto Meloni, non si può confonderle «con un giustificazionismo verso organizzazioni come Hamas e Hezbollah». Questo atteggiamento, secondo la presidente del Consiglio, «tradisce un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti. E le manifestazioni di piazza di questi giorni lo hanno, purtroppo, dimostrato senza timore di smentita».

L’attentato nel centro d’Israele
Mentre Meloni interveniva in Senato, un nuovo attacco terroristico ha colpito Israele. Un attentatore ha aperto il fuoco contro alcune auto sulla autostrada 4, tra Ashdod e Tel Aviv, uccidendo un agente di polizia e ferendo altre quattro persone. «Stavo guidando e ho visto una persona armata in piedi sulla strada», ha raccontato un volontario del Magen David Adom all’emittente Kan. «All’inizio ho pensato che fosse un poliziotto, poi ha sparato alcuni colpi contro di me. Mi sono abbassato e subito dopo sono saltato fuori dall’auto, ho estratto la pistola e gli ho sparato». Il terrorista è stato così eliminato. Secondo le ricostruzioni era entrato illegalmente in Israele dalla Cisgiordania.