16 OTTOBRE – Fadlun: Popolo ebraico di nuovo costretto a difendersi

Iniziò all’alba del 16 ottobre 1943 il rastrellamento nazifascista degli ebrei romani. Come ogni anno, nell’anniversario, lo shofar ha dato anche stamane il via a commemorazioni e testimonianze. Alle cinque del mattino, l’ora in cui le SS iniziarono a muoversi tra le strade del Portico d’Ottavia, una piccola folla si è raccolta davanti all’ingresso della scuola ebraica per sentire il corno rituale suonato da rav Alberto Funaro e ascoltare alcune riflessioni del rabbino Ariel Di Porto.
Nel corso della mattinata è avvenuta la deposizione delle corone in ricordo delle vittime della razzia, alla presenza tra gli altri del rabbino capo Riccardo Di Segni, del presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun, dell’ambasciatore israeliano designato Jonathan Peled, del sindaco Roberto Gualtieri e del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.
Centinaia di persone hanno preso parte la sera prima alla tradizionale iniziativa congiunta per il 16 ottobre organizzata da Comunità di Sant’Egidio e Comunità ebraica. Sul palco, accanto a istituzioni comunitarie e pubbliche, sono saliti anche il fondatore dell’organizzazione cattolica Andrea Riccardi e monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino. «Difendere gli ebrei vivi significa anche riconoscere e combattere ogni ambiguità» ha affermato Gualtieri nel denunciare il «rigurgito orribile di odio antiebraico» in corso nella società italiana e collegato alla crisi in Medio Oriente. Nulla, ha aggiunto, «potrà mai giustificare l’antisemitismo, la messa in discussione del diritto di Israele a esistere».
In precedenza Fadlun aveva sottolineato come il popolo ebraico, a 80 anni dalla Shoah, sia oggi di nuovo costretto «a difendersi da intenti genocidi e di sterminio». Mentre il rabbino Di Segni aveva espresso «stupore» di fronte al riemergere «di sentimenti di ostilità antiebraica» nell’opinione pubblica. Il rav ha lanciato comunque un messaggio di speranza, con l’obiettivo di «ricostruire fratture» e per un futuro «di serenità e pace».

a.s.