TURISMO – Per la ripartenza Israele punta sui pellegrinaggi

Per il turismo israeliano non è un momento semplice. A parte la compagnia di bandiera, poche altre linee aree volano da e per il paese. E i vari fronti di guerra aperti complicano ulteriormente la situazione. «Ma l’anno prossimo sarà un anno di pace, me lo sento», sorride il direttore generale del ministero del Turismo Dani Shahar, incontrando alcuni giornalisti in un hotel di Roma. Al suo fianco Kalanit Goren Perry, delegata dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo a Milano. Shahar è in visita a Roma e in Vaticano per promuovere alcuni itinerari di visita collegati al Giubileo del 2025.
«Siamo un paese ricco non solo di storia, ma anche di spiritualità», premette Shahar. «E il Giubileo sarà un’occasione straordinaria per ribadire il legame storico tra Italia e Israele: la nostra è un’amicizia solida e le collaborazioni si estendono in vari campi: economia, marketing, turismo, con una declinazione particolare legata proprio al pellegrinaggio; sono mesi difficili, ma guardiamo con ottimismo al futuro». Sono lontani al momento i numeri record del 2019, con cinque milioni di turisti annui in visita nello stato ebraico. Oggi, a parte il turismo “di solidarietà”, poco altro si muove. «Ma siamo fiduciosi che torneremo presto a quelle cifre», ribadisce Shahar. «Ripeto: confidiamo in una prossima ripresa e ci stiamo preparando al meglio per garantirla». Ad esempio, con un investimento di alcune centinaia di milioni di shekel nel potenziamento delle capacità ricettive, hotel ma non solo. È ottimista anche Yaron Sideman, il neo ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede: «Il Giubileo è dietro l’angolo e presto celebreremo anche i 60 anni dalla dichiarazione Nostra Aetate. Le opportunità per fare qualcosa insieme sono molteplici e il nostro orizzonte è il cielo». Israele, ha aggiunto il diplomatico, «è un paese in cui in tanti possono ritrovare le proprie radici e in cui si può godere di una prospettiva unica sul pluralismo culturale». Quella tra Italia e Israele «è una collaborazione naturale» in tanti ambiti, ha poi specificato il viceambasciatore israeliano a Roma Lior Keinan. «Numerosi progetti avviati insieme prima del 7 ottobre si sono interrotti. Ma si tratta soltanto di una pausa, perché presto ripartiremo».

a.s.