ISRAELE – Famigliari degli ostaggi alla Knesset: verso una mini tregua?
Sfilano silenziose con le mani legate dietro la schiena e tinte di rosso, pantaloni grigi macchiati sulle ginocchia e una ferita disegnata lungo la fronte. Sono le amiche e parenti di Naama Levy, la giovane soldatessa rapita da Nahal Oz lo scorso 7 ottobre. Si sono vestite come Naama in un drammatico video del suo rapimento. Stessi segni, stessi abiti. Una manifestazione organizzata dentro le aule della Knesset, il parlamento israeliano, per chiedere al governo di fare presto per liberare la giovane soldatessa e gli altri 100 rapiti ancora nelle mani di Hamas. «È stata una manifestazione senza parole per ricorda a tutti noi, testimoni del 7 ottobre, che quella tragedia non è finita», ha commentato la madre di Naama, Ayelet Levy in un’audizione alla Knesset. «L’attacco non si è concluso quel giorno. Non tutte le vittime sono state salvate», ha sottolineato Levy, rivolgendosi poi ai parlamentari. «Ricordatevi che sarebbe potuto capitare a chiunque di voi, di noi. Naama ha bisogno di tornare a casa».
La richiesta delle famiglie dei rapiti al governo del premier Benjamin Netanyahu è sempre la stessa: trovare un accordo con Hamas per la loro liberazione. Al momento i negoziati sono ripresi a Doha, seppur in forma embrionale. Qui in queste ore il capo del Mossad Nahum Barnea ha incontrato il direttore della CIA William Burns e il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed Al Thani. Secondo ynet dai colloqui sono emersi alcuni progressi e si è discusso della proposta del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi: 48 ore di tregua a Gaza in cambio di quattro ostaggi. Un’idea più che una proposta concreta, ha dichiarato in queste ore Netanyahu. «Un cessate il fuoco di due giorni in cambio di quattro ostaggi? Lo accetterei subito. Vorrei che fosse fatta una proposta del genere, ma non esiste. Stiamo cercando quadri parziali, nella misura in cui ciò è in linea con i nostri interessi nazionali. Vogliamo promuoverli il più rapidamente possibile», ha affermato il premier nel corso di una riunione del suo partito, il Likud, riporta l’emittente Kan.
Si consolida intanto a Tel Aviv la pista dell’attentato terroristico per l’incidente avvenuto ieri nei pressi del quartier generale del Mossad. L’uomo al volante del tir che ha investito decine di persone, uccidendo una, ha accelerato prima di colpire le sue vittime, spiegano le autorità. Inoltre un video lo ritrarrebbe mentre aggredisce un agente di polizia.