ISRAELE – Gaza e Libano, si lavora a una tregua

Arrivano i primi segnali per una possibile tregua in Libano. Almeno da Israele, dove il primo ministro Benjamin Netanyahu ha discusso con il suo consiglio di sicurezza questa eventualità, spiegano i media locali. La strada diplomatica per Gerusalemme è percorribile visti i risultati militari raccolti sul terreno: dall’inizio della guerra, ha affermato il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, le capacità missilistiche di Hezbollah si sono ridotte dell’80%.
Secondo quanto riporta l’emittente N12, un team guidato dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer ha elaborato una proposta per porre fine al conflitto con Hezbollah in cui sono previste alcune condizioni. Ad esempio, la previsione di una versione migliorata della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite (con la quale è stata posta fine alla guerra del Libano del 2006), che richiede ai combattenti di Hezbollah di ritirarsi a nord del fiume Litani. Un forte dispiegamento dell’esercito libanese al confine. Un meccanismo internazionale di supervisione e applicazione dei termini concordati. Garanzia di libertà operativa per Tsahal in caso di «minacce che devono essere rimosse». La prevenzione del riarmo dei terroristi libanesi in futuro. Un cessate il fuoco di 60 giorni durante il quale l’accordo sarebbe stato finalizzato. Su quest’ultimo, riporta Reuters, è impegnata l’amministrazione americana. Una fonte Usa dell’agenzia di stampa ha spiegato che «c’è una forte spinta per arrivare a un cessate il fuoco, ma è ancora difficile che si concretizzi». Il tentativo, ha aggiunto Sama Habib, portavoce dell’ambasciata statunitense a Beirut, è di cercare «una risoluzione diplomatica che applichi pienamente la 1701 e che riporti i cittadini israeliani e libanesi alle loro case su entrambi i lati del confine».
Sui negoziati è intervenuto il nuovo segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, in queste ore. «Se Israele deciderà di fermare la guerra, lo accetteremo alle condizioni che ci sono congeniali. Finora, non è stata discussa alcuna proposta accettabile».
Intanto a Gaza è invece arrivata una proposta di tregua, scrive Haaretz, promossa da Israele, Stati Uniti e i paesi mediatori. In cambio di un cessate il fuoco di un mese, la richiesta a Hamas è di liberare almeno otto dei 101 ostaggi ancora nelle sue mani.