FIRENZE – Limmud Italia, al via la nona edizione

«Limmud non si presta a legittimare o delegittimare le varie posizioni religiose o politiche presenti nel mondo ebraico. Chiunque venga a Limmud con questo intento, rimarrà deluso».
Punta come tradizione a realizzare “dibattiti costruttivi” la nona edizione del Limmud Italia Days, evento di studio e confronto che si è aperto in queste ore a Firenze con l’intenso di superare «l’insegnamento cattedratico» e favorire «un approccio bidirezionale» in cui ogni partecipante è studente e maestro. Decine anche quest’anno i temi proposti, con molti riferimenti all’attualità. I lavori si concluderanno domenica 3 novembre.
L’apertura del Limmud è stata dedicata a una rievocazione, nel centenario del congresso sionistico che si tenne tra il 2 e il 4 novembre del 1924 a Livorno e cui parteciparono alcuni futuri protagonisti dell’ebraismo italiano e nomi già in parte affermati. «Intervennero sionisti generali, sionisti revisionisti, antisionisti», ha spiegato Sandro Servi del comitato organizzatore, ricordando che fu proprio attorno all’ideale propugnato da Theodor Herzl e poi sviluppato dai suoi successori su cui più si discusse, mentre altri temi di interesse nazionale rimasero più sullo sfondo, a partire dal delitto Matteotti. Per vari convenuti si trattò di un’esperienza di svolta. È il caso del 19enne romano Enzo Sereni, che presto avrebbe fatto la scelta dell’aliyah (l’emigrazione in terra d’Israele) e si sarebbe distinto come uno dei leader del sionismo italiano. Le sue tesi sono state esposte ai partecipanti del Limmud, insieme a quelle di altri tre celebri oratori del convegno: Nello Rosselli, Alfonso Pacifici e Dante Lattes.
Un variegato mosaico di idealismo e percezione della propria identità punto partenza per una riflessione sul presente, per capire «dove siamo arrivati oggi» partendo da quelle premesse e come il mondo ebraico si sia evoluto «affrontando sfide, celebrando traguardi, superando la tragedia della Shoah». Al via poi i vari panel. Tra gli argomenti discussi quest’anno si parlerà di «etica della guerra» anche attraverso una esegesi delle fonti ebraiche, di riscatto dei prigionieri nell’antichità e nel presente, di «come preservare lo Shabbat nel mondo moderno», del «senso dell’odorato nella Torah» e dello stato dell’arte dei movimenti pacifisti. Nel corso di un incontro saranno analizzati sei sketch della trasmissione satirica televisiva Eretz Nehederet sull’attualità post 7 ottobre. Perché in Israele, viene sottolineato, «si può anche ridere».

a.s.