SOCIETÀ – Ilga sospende sigla lgbtq+ israeliana. Keshet: «È paradossale»
È iniziata come una proposta per organizzare una conferenza annuale a Tel Aviv nel 2025, si è trasformata in un provvedimento punitivo. Aguda, la principale organizzazione queer israeliana, è stata sospesa dalla International Lesbian and Gay Association (Ilga) dopo aver presentato la candidatura per ospitare in Israele la Conferenza annuale dei membri dell’associazione. È stato il Consiglio dell’Ilga a prendere questo provvedimento, denunciato come antidemocratico da Aguda.
«Siamo profondamente delusi dal fatto che l’Ilga abbia scelto di boicottare chi lavora per i diritti delle persone lgbtq+ e si impegna per una società più giusta», ha commentato in una nota Aguda, ricordando 50 anni di impegno in difesa dei «diritti umani per tutti, compreso il sostegno alle persone lgbtq+ della comunità araba e ai richiedenti asilo palestinesi perseguitati per la loro identità sessuale e di genere». Aguda è una delle sei associazioni queer israeliane parte dell’Ilga, che raccoglie 1.700 organizzazioni da tutto il mondo. Ne fa parte anche Keshet Italia, che ha espresso negli scorsi giorni la propria solidarietà ad Aguda. «La decisione del Consiglio dell’Ilga è solo l’ultimo tassello in un problema emerso con forza dopo il 7 ottobre», spiega a Pagine Ebraiche Raffaele Sabbadini, presidente di Keshet Italia. «L’atmosfera all’interno del movimento lgbtq+ è diventata sempre più irrespirabile sia nel nostro paese sia a livello internazionale, con gesti di intolleranza come quello di cui è vittima Aguda».
In una nota Keshet Italia aveva sottolineato l’incongruità del provvedimento dell’Ilga. «È paradossale che un’organizzazione impegnata a combattere le discriminazioni prenda di mira un’organizzazione membro esclusivamente in base alla sua affiliazione nazionale». Da denunciare anche il tentativo di ridurre le conquiste dei movimenti lgbtq+ a mero «pinkwashing». «A differenza dei progressi riconosciuti in altre nazioni, assumere che gli avanzamenti dei diritti lgbtqi+ in Israele siano solo una facciata politica sminuisce le reali lotte e conquiste della comunità», sottolinea Keshet. Per Sabbadini è importante non sottovalutare questo caso. «Parliamo dei movimenti che dovrebbero essere i più avanzati nella difesa dei diritti civili. Questo doppio standard è un modo di operare pericoloso e preoccupante».
d.r.