USA – “Votiamo Kamala”, “Sosteniamo Trump”: rabbini ortodossi contro

«Come rabbini ortodossi, crediamo che l’ex presidente Trump rappresenti una minaccia per la democrazia negli Stati Uniti e per la stabilità nel mondo. Il suo carattere non è adatto per essere il leader del mondo libero e i suoi valori non sono allineati con quelli della nostra sacra Torah».
«Come rabbini ortodossi, crediamo che il vicepresidente Kamala Harris porterà avanti le posizioni pericolose dell’amministrazione Biden che hanno contribuito agli attacchi mortali di Hamas, Hezbollah, Houthi e iraniani contro Israele».
L’incipit è l’unica cosa che accomuna le due lettere aperte firmate da rabbini americani che si dichiarano ortodossi a favore dei due principali sfidanti per la Casa Bianca. Trentatré le firme in calce al primo documento, promosso dal rabbino progressista Shmuly Yanklowitz. Una ottantina quelle che accompagnano il secondo, sponsorizzato dal rabbino conservatore Tuly Weisz. Se ne sta molto parlando in ambienti ebraici d’Oltreoceano, con toni spesso accesi. Perché se da una parte i 33 progressisti sottolineano come «i rischi posti dal carattere dell’ex presidente Trump rendano chiaro a noi ebrei rispettosi della Torah che dovremmo sostenere Kamala Harris», gli 80 conservatori ritengono dal loro canto che il candidato repubblicano, durante il suo primo mandato, abbia fatto di più per Israele e per il popolo ebraico «rispetto a qualsiasi altro presidente».
Circa due terzi degli ebrei Usa dovrebbero votare per Harris. Diverso il discorso per l’elettorato ortodosso. Qui la grande maggioranza dei consensi dovrebbe andare a Trump. Weisz ha accusato nel merito Yanklowitz e gli altri 32 firmatari di non essere rappresentativi. E in vari casi di non essere «né rabbini, né ortodossi».

a.s.