FILM – Il fondo Piperno-Faccini alla Cineteca di Bologna

Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini – 89 anni lei, 84 anni lui – fanno coppia nel cinema e nella vita. Non hanno figli. «La nostra eredità sono i film, sono loro il nostro passato e futuro», racconta Marina, decana delle produttrici cinematografiche italiane, mentre insieme al marito regista prepara scatole e scatoloni stipati di materiale. All’interno gli oltre 200 tra film e documentari prodotti sia individualmente che collegialmente, accompagnati da libri, interviste e un’ampia documentazione sul loro sodalizio artistico-sentimentale e sulle vie del mondo percorse insieme. Da Roma il materiale raccolto partirà presto alla volta di Bologna, dove la prestigiosa cineteca locale, una delle più importanti in Europa, sarà custode del fondo Piperno-Faccini. Duecento film e un pezzo di storia del Novecento. Anche ebraico.
La carriera di Piperno, scampata bambina alle persecuzioni nazifasciste, è iniziata d’altronde nel 1961 con il cortometraggio 16 ottobre 1943 che, basato sull’omonimo libro di Giacomo Debenedetti, squarciò molti silenzi sul rastrellamento degli ebrei romani. Fu quello il primo atto di una carriera che ha dato a entrambi grandi soddisfazioni. E che Piperno ha festeggiato ad esempio, nel 2011, con il Nastro d’argento. Dalle storie dei guerriglieri di Venezuela a Guinea al tentativo di elaborare le vicende degli ebrei diasporici, dai western alla pubblicità: c’è di tutto nel loro percorso. «Siamo un po’ dei battitori liberi», chiosa Faccini, che è anche autore del libro Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo sulla storia di un capitano della marina militare nazista che aderì alla Resistenza, da poco ristampato. Il 22 novembre Piperno riceverà un nuovo premio, a Genova, intitolato al pionieristico produttore cinematografico Stefano Pittaluga (1887-1932). Precederà l’assegnazione del riconoscimento la proiezione de Le valigie della storia, il loro ultimo film, basato sulle esperienze di vita e le memorie di Marina. Pure Le valigie della storia andrà a Bologna. Come tra gli altri Diaspora: ogni fine è un inizio, un appassionante viaggio svolto da entrambi fra Italia, Usa e Israele. «Risale al 2014, ma credo non abbia perso d’attualità», spiega Piperno, che nell’occasione ha intervistato parenti delle città e dei kibbutz e portato all’attenzione del pubblico diversi modi di essere e sentirsi israeliani. Tra le produzioni recenti in partenza per Bologna c’è inoltre Terra Promessa (2020), di Daniele Tommaso. La pellicola racconta di come La Spezia fu il punto di partenza di molti viaggi della speranza nel Dopoguerra da parte di sopravvissuti alla Shoah diretti alle coste della Palestina mandataria, il nascente Stato d’Israele.

a.s.