MILANO – Democrazie e conflitti, Bookcity sbarca al Memoriale

Nel 2009 alla Buchmesse di Francoforte il germanista e scrittore Claudio Magris avvertiva il pubblico che l’idea di vivere senza guerra era «un’illusione». Anche perché la guerra assume «tanti volti, si insinua e si mimetizza nelle più diverse manifestazioni». Parole ancora attuali oggi, spunto per il tema della tredicesima edizione di Bookcity Milano, la rassegna dedicata ai libri e agli autori. Guerra e pace il filo conduttore quest’anno della manifestazione in cui Milano consegnerà proprio a Magris e alla scrittrice e testimone della Shoah Edith Bruck le chiavi della città. Un tema declinato dal Memoriale della Shoah di Milano, per il terzo anno parte del programma culturale, con una riflessione sulla democrazia e la sua capacità di confrontarsi con i grandi stravolgimenti della storia. «Negli ultimi decenni abbiamo assistito più volte a momenti di crisi della democrazia, durante i quali le società stesse hanno dovuto risolversi, decidere la direzione verso cui andare: decostruirsi o ricostruirsi», spiegano dal Memoriale presentando il ciclo di iniziative «A/R: distruzione e ricostruzione delle democrazie». Quattro appuntamenti dedicati a minoranze, scienza, comunicazione e giustizia.
Il primo incontro (12 novembre, 19.00) avrà al centro l’ultimo libro del direttore della Fondazione Cdec, Gadi Luzzatto Voghera, Sugli ebrei (Bollati Boringhieri), in cui l’autore dialogherà con il giornalista Gad Lerner sul tema del pregiudizio nei confronti degli ebrei, dell’ebraismo, di Israele.
Domenica 17 novembre sono tre gli appuntamenti al Memoriale. Il primo (ore 12.00) è la lezione della senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo intitolata «Il metodo della scienza per la democrazia». A seguire (ore 15.00) si parlerà del ruolo della stampa e della comunicazione nel fomentare rivoluzioni e rabbia sociale attraverso il libro di Francesco Filippi Cinquecento anni di rabbia (Bollati Boringhieri). A chiedersi infine (ore 18.00) se «La legge è sempre un’argine?» sarà l’ex magistrato Gherardo Colombo, interrogandosi su quanto le norme siano in grado di tutelare le minoranze all’interno di una democrazia.
Quattro appuntamenti, spiega il presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach, «molto utili per diffondere il nostro messaggio: vogliamo essere uno spazio di confronto e dialogo sul presente». La missione primaria resta trasmettere i valori della memoria, aggiunge Jarach, e per questo il focus è sulle nuove generazioni. «Il numero delle scolaresche in visita è in linea con gli anni passati. Lo scorso anno abbiamo avuto 62mila studenti al Memoriale e anche in questo 2024 i numeri saranno simili. Un ottimo segnale di continuità». C’è invece una flessione nel numero delle visite non legate al mondo della scuola. «Forse l’atmosfera attuale sul conflitto in Israele può aver influenzato questo dato. Rimango comunque ottimista per il futuro. Noi continuiamo nel nostro impegno educativo e di dialogo, come dimostrano gli eventi per Bookcity».

d.r.