DIALOGO/1 – Dalla Torah a oggi, storia del Giubileo
La prossima edizione della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei sarà incentrata sul Giubileo. «Una bella opportunità per ripartire dalla speranza», sottolinea la Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Cei nel richiamare l’importanza delle relazioni con il mondo ebraico anche alla luce dei «momenti di sospetto, incomprensioni e pregiudizi» vissuti nei rapporti tra ebrei e cattolici dopo il 7 ottobre.
Lo si legge nel sussidio di presentazione della Giornata del 17 gennaio prossimo, in cui si ricorda l’origine del Giubileo, un’antica istituzione ebraica poi adottata dalla cristianità. Per primo lo fa rav Alfonso Arbib, il presidente dei rabbini italiani, spiegando nel suo testo introduttivo come nella Tradizione ebraica il Giubileo rappresenti un anno di «vero e proprio “reset” sociale» e assolva una funzione essenziale «per la sostenibilità di una società basata sulle regole della Torah».
Se ne è parlato negli scorsi giorni anche a Latina, nel corso di un incontro organizzato dalla diocesi locale sul tema “Il giubileo nella tradizione ebraico-cristiana”. Tra gli intervenuti il vescovo Mariano Crociata, il consigliere Ucei Guido Coen, il presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia Marco Cassuto Morselli e la presidente dell’Amicizia Ebraico-Cristiana di Roma Roberta Ascarelli, moderati dal direttore de L’Osservatore Romano Andrea Monda. Al tavolo anche il frate francescano Giulio Michelini e Pietro Alviti, referente della Cei del Lazio per i rapporti con l’ebraismo. Coinvolto anche il gruppo musicale Progetto Davka: nell’occasione è stato suonato lo shofar, il corno di montone che annunciava il Giubileo. «È il quinto incontro di una serie, dopo che in passato abbiamo parlato di temi come lo Shabbat, le feste di Pesach e Shavuot», sottolinea Coen, che all’interno del Consiglio Ucei ha una delega al Dialogo interreligioso.
«Dobbiamo continuare a portare avanti la relazione, pur nelle fatiche evidenti di questo periodo. Oltre a mettere in guardia sui pericoli dell’antisemitismo, non possiamo sottrarci dal compito di spiegare chi siamo e quindi quali sono le nostre tradizioni, quale è la nostra storia», insiste Coen. Il pensiero del consigliere Ucei è che «il patrimonio spirituale e culturale che ebrei e cristiani hanno in comune debba essere riscoperto e nuovamente valorizzato». A maggior ragione «in un momento in cui visioni e narrazioni alternative sembrano prendere il sopravvento in tanti ambienti».