USA – Herzog ringrazia Biden: «Presidente sionista» Trump indica nuovo ambasciatore in Israele
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha visitato la Casa Bianca per discutere con il presidente Usa Joe Biden i piani per per riportare a casa gli ostaggi in mano a Hamas, porre fine alle guerre a Gaza e in Libano e confrontarsi sulla minaccia nucleare iraniana. «Ma sono soprattutto qui», ha sottolineato Herzog, «a nome del popolo di Israele e dello Stato di Israele per dirle, signor presidente, grazie mille. Come diciamo in ebraico, ‘Todah Rabah’».
Con ogni probabilità si tratta dell’ultimo vertice a Washington tra Biden e un alto rappresentante dello stato ebraico prima dell’insediamento di Donald Trump. Un addio dopo quattro anni segnati da alti e bassi nei rapporti tra Washington e Gerusalemme, dalle stragi di Hamas del 7 ottobre e dalla conseguente guerra regionale. Al di là delle divergenze, Herzog ha sottolineato come Biden sia «stato un incredibile amico di Israele e del popolo ebraico per decenni, e non dimenticheremo mai, mai, come si è schierato al nostro fianco nel momento più buio. Come è venuto in Israele pochi giorni dopo il barbaro attacco del 7 ottobre, come ci ha aiutato e sostenuto con le parole e con i fatti. Lei è chiaramente un sionista».
Nonostante le critiche a Gerusalemme sul protrarsi della guerra a Gaza e le crescenti richieste di una parte dei democratici di adottare una linea più dura nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, l’amministrazione Biden ha continuato a sostenere Israele nel conflitto e a garantire le forniture di armi. Sui negoziati a Gaza nulla si è mosso, mentre alcune aperture si sono registrate sul fronte libanese. Nelle ultime 24 ore l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Amos Hochstein, ha affermato che esiste una «possibilità» di raggiungere un accordo di cessate il fuoco in Libano. Secondo fonti della televisione israeliana, anche il premier Netanyahu sarebbe favorevole a un’intesa. Una bozza di proposta sarebbe già stata inoltrata a Beirut e si attende la risposta di Hezbollah.
Le ultime nomine di Trump
Per Biden lasciare la Casa Bianca ripristinando almeno sul fronte libanese la calma sarebbe un successo. Altrimenti la palla passerà, a partire dal 20 gennaio, a Donald Trump e alla sua squadra di governo. Per il Medio Oriente il presidente eletto, al posto di Hochstein, ha scelto Steve Witkoff, 67 anni. Nato in una famiglia ebraica del Bronx, Witkoff è un imprenditore del mondo dell’edilizia, non ha esperienza in ambito diplomatico ed è considerato molto vicino a Trump. « Steve sarà una voce implacabile per la pace e ci renderà tutti orgogliosi», ha commentato Trump, che ha scelto anche il suo ambasciatore in Israele: Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas. Ministro evangelico di formazione con un passato da commentatore politico per l’emittente Fox News, Huckabee si è sempre definito un grande sostenitore d’Israele. In un’intervista pubblicata in queste ore dalla radio dell’esercito israeliano, il futuro ambasciatore ha affermato che l’annessione della Cisgiordania a Israele è «naturalmente» una possibilità. D’altra parte, ha aggiunto, non sarà lui a stabilire le politiche Usa a riguardo. «Con decine e decine di viaggi in Israele, portando decine di migliaia di americani a vederlo, non so spiegarvi la gioia di poter servire in questa veste», ha affermato Huckabee.
Nel 2015, da candidato alle primarie del partito Repubblicano per le presidenziali, è andato in visita a Shiloh, in Cisgiordania. «Giudea e Samaria», aveva dichiarato allora, «sono una parte inseparabile dello Stato di Israele e tutti devono capirlo. Chiunque si candidi alla presidenza degli Stati Uniti dovrebbe visitare questo luogo». Intervistato allora dai media israeliani, Huckabee aveva ribadito la sua posizione: «Ci sono alcune parole che mi rifiuto di usare. Non esiste una Cisgiordania. È Giudea e Samaria. Non esiste un insediamento. Sono comunità, sono quartieri, sono città. Non esiste un’occupazione».
(Foto ufficio del presidente d’Israele)