DIPLOMAZIA – Interrompere il dialogo Israele-Ue, pochi consensi per la proposta Borrell

Nelle prossime settimane lo spagnolo Josep Borrell lascerà l’incarico di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. Sarà sostituito dall’ex premier estone Kaja Kallas. Prima di allora, Borrell vuole lasciare un segno e lo vuole fare nei rapporti tra l’Ue e Israele. La sua proposta, già contestata da diversi paesi membri, è di sospendere il dialogo politico con Gerusalemme, citando come motivo la guerra a Gaza. «Molte persone hanno cercato di fermare la guerra a Gaza… questo non è ancora successo. E non vedo la speranza che ciò accada. Ecco perché dobbiamo fare pressione sul governo israeliano e anche, ovviamente, su Hamas», ha sostenuto Borrell. Da Germania, Francia, Olanda sono arrivati risposte negative. «Vedremo come sarà formulata la proposta dell’alto rappresentante Josep Borrell, ma boicottare il dialogo con Israele non ha alcun senso», ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. «Se si vuole lavorare per la pace non si può non parlare con Israele: un conto è dire a Israele che si deve arrivare ad un cessate il fuoco in Libano e a Gaza, ma pensare di interrompere il dialogo non è utile».
Nelle file degli europarlamentari c’è chi sostiene la tesi di Borrell, tra cui Alessandro Zan (Pd). Il dialogo politico tra Unione europea e Israele è sancito da un accordo più ampio sulle loro relazioni, che include ampi legami commerciali ed è entrato in vigore nel giugno 2000. La sospensione proposta da Borrell ha bisogno dell’approvazione di tutti i 27 Paesi dell’UE. Unanimità che al momento non c’è.