MANTOVA – I-TAL-YA Books e il Talmud come architettura
Oltre 1500 volumi antichi a stampa della Comunità ebraica di Mantova sono stati catalogati nell’ambito del progetto internazionale I-TAL-YA Books di cui l’Ucei è l’ente capofila. La fotografa di architettura e artista visiva Giulia Flavia Baczynski, studi al Politecnico di Milano, si è presa cura di loro «otto ore al giorno, per circa un anno». Ne è rimasta conquistata e da qui è partita per dare vita alla mostra La forma del tempo. Il Talmud come architettura che sarà inaugurata giovedì 21 novembre nelle sale monumentali della Biblioteca Comunale Teresiana, con il contributo dell’amministrazione comunale e con il patrocinio dell’associazione Man Tovà – La città della manna buona e della Comunità ebraica. Tra foto, modelli e disegni, l’obiettivo di Baczynski è mostrare come i libri, soprattutto quelli più antichi, possano essere «fonte inesauribile di conoscenza che si tramanda nella contemporaneità, costituendo materiale vivo per lo studio, la rilettura e la reinterpretazione, anche artistica, dei contenuti». Un’immersione a tutto campo fra rigore scientifico e suggestioni. Nello studio del materiale, Baczynski è stata colpita soprattutto dalle «modalità grafiche con cui i primi tipografi ebrei hanno impaginato i loro libri grazie alla nuova tecnica a caratteri mobili». Nella maggior parte di questi libri il pieno testuale corrisponde a una forma e lo svolgimento del pensiero scritto coincide con lo sviluppo della sua forma nel tempo lento della composizione tipografica, precisa. In rari casi però questa prassi «assume una complessità ancora maggiore, impostando forme concatenate significanti». È il caso del Talmud, «capolavoro di arte tipografica che distribuisce i testi e i commenti ai testi in una forma precisa, visibile negli spazi vuoti della pagina», da lei paragonato all’organizzazione spaziale del Tempio di Gerusalemme. Per Baczynski, anche il Talmud «organizza il discorso umano sulla legge divina in stanze-parole, fondendo spazio fisico e spazio simbolico in un’unica entità mobile: il libro».