VERONA – La maratona degli israeliani e la forza dell’unione
Tra gli oltre 10mila atleti iscritti alla Eurospin Verona Run Marathon di domenica scorsa, provenienti da 78 nazioni, c’era anche un gruppo di 30 atleti israeliani con disabilità visive, con rappresentanti delle minoranze araba, cristiana e drusa. La loro partecipazione è stata promossa e coordinata da ALEH, associazione israeliana impegnata in progetti per l’integrazione e l’empowerment di persone di ogni età, etnia e religione con disabilità visive.
Federica Iaria, esponente della Comunità ebraica veronese, che ha collaborato all’organizzazione della conferenza stampa, la definisce «una squadra di magnifiche e coraggiose persone ipovedenti con i loro accompagnatori; ci hanno insegnato la forza dell’unione: musulmani, ebrei e cristiani hanno corso tutti insieme, specchio del vero stato di Israele e della forza dell’unione sportiva e umana che non conosce barriere».
Tanta sicurezza è stata data dalle forze dell’ordine, cui non si può essere che grati. Spiace sia così massicciamente necessaria perché è il segno che la paura e l’attenzione, legati a momenti di cronaca violenta in Europa con chiaro indirizzo, sono altissimi.
Gli atleti hanno potuto fare un tour costruito sulle loro esigenze speciali per conoscere la bellezza di Verona, accompagnati da Marina Sorina. Incontrare la delegazione degli atleti israeliani, spiega, è stata una bella sfida professionale: «Raccontare Verona a chi non può vederla è una grande responsabilità. Dovevo descrivere in dettaglio l’ambiente circostante e rispondere a numerose domande. Per fortuna la nostra città presenta diversi monumenti che si prestano bene ad essere toccati: uno su tutti, la statua di Giulietta. In più, una delle ospiti si è proposta subito come traduttrice per quelli di loro che non capivano l’inglese, mentre mio marito traduceva per chi parlava l’arabo. Il gruppo era pieno di curiosità, sorridente e positivo. Molti di loro erano vestiti in modo leggero, per ambientarsi meglio con le temperature di Nord Italia. C’era gente di tutte le età e origini, unita da due grandi amori: Israele e la corsa». Il venerdì prima della corsa si è tenuta una conferenza stampa in cui gli atleti israeliani erano attesi per la presentazione dell’evento e per il benvenuto dell’assessore alle politiche sociali del Comune, Luisa Ceni. Presente, oltre a Iaria, il rabbino della Comunità veronese Tomer Corinaldi. I ragazzi della delegazione hanno avuto l’opportunità di dialogare con Patrizia Mirandola, presidente dell’Unione Cechi, e lanciare la possibilità di una collaborazione con l’Unione ciechi Verona per far arrivare dei cani guida in Israele, essendone stati uccisi tanti durante il massacro del 7 ottobre. C’è quindi esigenza, è stato spiegato, che arrivino già addestrati per supportare le persone ipovedenti. Il sabato il gruppo israeliano ha poi raggiunto la sinagoga per partecipare al pranzo di Shabbat offerto dalla Comunità. L’ambasciata d’Israele ha espresso gratitudine alle forze dell’ordine «che non hanno mai lasciato la delegazione, in luce di quanto accade nel mondo».
Ester Silvana Israel, vicepresidente Comunità ebraica di Verona