A TAVOLA – Dal balcone alla barca, il nuovo format di Chef Bondì

È giovane ma affermato, già noto al pubblico ma pronto a lanciarsi in nuove imprese che lo (ri)porteranno in onda come anche fra le onde. Pagine Ebraiche ha intervistato Ruben Bondì, romano classe 1994 meglio noto come Chef Bondì. C’è chi l’ha visto in televisione, chi lo ha sentito urlare dal balcone, chi ha usato una ricetta dal suo libro Cucina con Ruben (Cairo Editore, 224 pagine, 19 €). Ma perché cucinavi in balcone? «Perché avevo preso il Covid mentre stavo ristrutturando casa ed ero praticamente prigioniero nella mia ex cameretta. Ma poiché non riesco a stare senza cucinare ho preso un fornelletto da campeggio sistemandolo sopra alla parte esterna del condizionatore, e da lì ho iniziato a fare le ricette».
Attenzione, Ruben Bondì non ha certo iniziato sul balcone: «Io lavoro in cucina da quando avevo 15 anni: ho fatto la scuola alberghiera, ma allo stesso tempo ho sempre lavorato, cominciando dal ristorantino sotto casa». L’accento romano, che Ruben marca sul balcone, e il ristorante sotto casa non devono trarre in inganno: «Ho vissuto e cucinato anche a Londra. Poi, quando sono tornato a Roma, a 21 anni, mi sono messo a fare lo chef a domicilio». Un’attività che Bondì non ha più abbandonato salvo passare sul balcone durante la pandemia. Quella scelta originale si è rivelata vincente: «Mi sono fatto notare e l’editore Cairo mi ha chiesto di pubblicare un libro: il libro è uscito un anno e mezzo fa ed è andato molto bene». Fra una ricetta di cacio e pepe, carciofi alla giudia e zuppetta di ricotta e visciole, la romanità dell’autore si impone. E Ruben ne è fiero: «La mia famiglia è romana da sette generazioni ». Parole che, libro alla mano, suonano più come un certificato anagrafico che non una semplice rivendicazione. E le triglie le mangi? «A casa mia si mangiano fritte, una ricetta che preparerò di certo nel programma tv al quale stiamo lavorando in questi giorni sul cucinare in barca». Questo è il terzo programma televisivo a cui Ruben partecipa. Dal debutto su Detto Fatto, il programma di Rai Due che l’ha lanciato – «ero molto emozionato » – ad altre ospitate fra i canali.
Quindi il passaggio su Food Network: prima Cucina in balcone con Ruben; a seguire Cucina al mercato con Ruben mentre si prepara il passaggio in barca. Quanto conta la tradizione ebraica per te? «Tantissimo, perché è quella che mi rappresenta e che mi piace fare emergere. Chi mi segue sui social lo sa: per esempio non si può trarre beneficio dal cucinare carne e latte neppure per conto terzi». E “da grande” dove ti vedi? «Ancora non lo so: fare televisione mi piace molto però non escludo neppure di aprire un mio ristorante ». Cucinando sempre e solo romano? «No, anzi: la mia cucina preferita è quella libanese. Mi sono lasciato contaminare volentieri da quella tradizione frequentando gli ebrei di Milano».