ROMA – Una mostra racconta i 100 anni della scuola Polacco
È un secolo denso di sfide, di dolori e gioie, quello attraversato dalla scuola elementare ebraica Vittorio Polacco di Roma. Aprì i battenti il 27 ottobre 1924, in Lungotevere Sanzio. Dagli anni Duemila la sua sede è dall’altra parte del Tevere, nel cuore del quartiere ebraico, dove ogni mattina si riversano alcune centinaia di studenti. Domenica 24 novembre mattina la Comunità ebraica romana festeggerà i primi 100 anni della sua scuola con un evento celebrativo e l’inaugurazione di una mostra in 24 pannelli autoportanti per elaborare questo percorso «tra passato, presente e futuro». È l’impostazione data dalla storica direttrice Milena Pavoncello, da poco andata in pensione, con l’affiancamento del Centro di Cultura Ebraica comunitario nelle persone della sua direttrice Giorgia Calò e di Micol Temin. «Abbiamo lavorato sui ritrovamenti, con materiale dall’archivio storico della Comunità e da quello della scuola. Fondamentale poi è stata la memoria di Milena Pavoncello, per ricostruire ogni elemento possibile di cui è stata testimone nel suo lungo mandato», sottolinea Calò. Nel segno della continuità tra una fase e l’altra della scuola, «tutto si è svolto di concerto con la nuova direttrice Roberta Spizzichino, perché ricordiamo il passato ma guardiamo anche al futuro, alla vitalità e alle nuove prospettive».
Foto storiche
Nel corso delle ricerche sono emersi «ritrovamenti appassionanti: ad esempio, dentro a un libriccino celebrativo del 25esimo anniversario della Polacco, abbiamo trovato un dattiloscritto dell’allora rabbino capo Elio Toaff sull’educazione ebraica a Roma, riferito a un evento di otto anni successivo: l’inaugurazione del nuovo edificio della scuola, nel 1958, il cui disegno fu concepito dall’architetto Angelo Di Castro e realizzato dall’ingegnere Mosè Di Veroli». Tante le foto in mostra: in una immagine dell’anno scolastico 1940-1941 si riconosce Leo Di Segni, in seguito parnas del Tempio Spagnolo. In un’altra la futura scrittrice Lia Levi. Qualche pannello prima l’immagine della cerimonia di inaugurazione svoltasi alla presenza del principe Umberto di Savoia, che era stato allievo di Vittorio Polacco, l’insigne giurista cui la scuola è intitolata. Si parlerà poi «della tradizione dei Seder (la cena pasquale, ndr) dentro scuola». E ancora, di quando «la scuola riaprì con i soldati della Brigata Ebraica» e di quando, nel difficile e povero Dopoguerra, l’istituto «cercò di offrire servizi ulteriori rispetto a quello educativo, organizzando ad esempio le colonie estive».
Mattarella tra i ragazzi
Si arriverà fino al presente, passando dal trasferimento di sede nell’attuale Palazzo della Cultura e riconoscendo importanza alla visita alla sinagoga di Roma compiuta nel 2020 del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto nel Tempio dal calore di tanti studenti della Polacco. Quattro anni prima lo stesso Mattarella aveva conferito il titolo di “Commendatore della Repubblica” alla morà Emma Alatri Fiorentino, un’altra colonna della scuola.
Adam Smulevich
(Nell’immagine: anno scolastico 1940-1941, classe IV elementare)