TORINO – 600 anni di storia cittadina e storia d’Italia

È del 1424 il primo documento che segna la presenza ebraica a Torino. Da allora sono trascorsi sei secoli densi di storia, di cultura, di sofferenze, di discriminazioni, di esclusioni, di patimenti e di orrore, ma anche di grandi tradizioni e di una continuità di vita ebraica, che non potevano essere dimenticati. Sabato sera i saluti delle autorità  e della presidente Ucei Noemi Di Segni, una lectio introduttiva e un grande convegno (con relazioni interdisciplinari di diversi studiosi) hanno segnato una ricorrenza non solo importante per la storia dell’ebraismo italiano, ma per la stessa città di Torino, in cui la componente ebraica è stata fondamentale per le interconnessioni e il dialogo che l’hanno sempre caratterizzata.
Sei secoli nei quali Torino ebraica ha vissuto le vicende di un ghetto nel cuore della città, in cui gli ebrei erano separati dai cristiani, ghetto che è durato quasi due secoli, fino allo Statuto e agli editti di emancipazione  con i quali Re Carlo Alberto nel marzo 1848 concesse agli ebrei del Piemonte la libertà e i diritti fondamentali.
E poi, novant’anni dopo, la pagina vergognosa delle leggi razziali del 1938 e il tributo di sangue degli oltre 500 ebrei torinesi finiti nei campi di sterminio nazisti.
Una Comunità, quella di Torino, ricca di esperienze e di idee, con una vita ebraica attiva, una Comunità ricca anche di tesori, rappresentati da dodici splendide Sinagoghe, testimonianza della moltitudine di altre Comunità, oggi non più esistenti, o con presenze ebraiche assai ridotte Una città, Torino, dove la cultura ebraica è sempre stata parte integrante del tessuto sociale  e civile della città.  Questo il significato di una ricorrenza che segna un punto fermo in un momento difficile e pieno di incertezze quale quello che stiamo vivendo.