M.O. – Tregua con Hezbollah, gli ostacoli Macron e Ben-Gvir
Sono sempre più insistenti le voci di una imminente tregua in Libano tra Israele e Hezbollah. Una fonte dell’emittente pubblica Kan parla di accordo possibile entro le prossime 48 ore, «salvo sorprese». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe acconsentito ai termini della proposta Usa per il cessate il fuoco. Uno dei temi ancora irrisolti riguarda il coinvolgimento della Francia nella supervisione dell’accordo. La richiesta arriva dal Libano, ma incontra l’opposizione di Gerusalemme per la posizione espressa da Parigi sulla Corte penale internazionale. Dopo i mandati di arresto emessi contro Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant, denunciate come una forma di antisemitismo dal governo israeliano, la Francia ha dichiarato di appoggiare la Cpi. Secondo Kan, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, contrario al mandato di arresto, ha chiamato il presidente francese Emmanuel Macron per trovare una mediazione sul sostegno all’azione dei magistrati dell’Aia.
Netanyahu deve fare inoltre i conti con le resistenze interne al suo governo. «Un accordo con il Libano è un grande errore», ha dichiarato il ministro della Pubblica sicurezza Itamar Ben-Gvir, sostenendo che una tregua sarebbe «una storica occasione persa per sradicare Hezbollah».
Di Libano si è parlato anche a Roma, dove sono in corso i Med Dialogues, convegno internazionale organizzato dal ministero degli Esteri italiano assieme all’Ispi. Tra i relatori c’era anche il ministro degli esteri libanese Abdallah Bou Habib, che ha condannato fermamente gli attacchi alla missione Unifil, compresi i razzi sparati da Hezbollah la scorsa settimana contro il contingente italiano. «Invitiamo tutte le parti a rispettare la sicurezza delle truppe Unifil», ha affermato Bou Habib. «Il Libano è pronto ad adempiere agli obblighi previsti dalla risoluzione 1701», ha aggiunto il ministro. «Questo significa letteralmente, e cito: ‘Non ci saranno armi senza il consenso del governo del Libano e nessuna autorità diversa da quella del governo del Libano’».
(Nell’immagine il recente incontro tra Netanyahu e l’inviato Usa per il Medio Oriente Amos Hochstein, mediatore del negoziato per il cessate il fuoco in Libano)