M.O. – Israele-Hezbollah, tregua imminente

Questione di ore. Quando calerà la notte, Francia e Stati Uniti annunceranno il cessate il fuoco in Libano, riportano alcuni media internazionali. Nel mentre Hezbollah continua a colpire le città israeliane e Tsahal a rispondere, distruggendo ed eliminando centri di comando e depositi di armi del gruppo terroristico libanese. Nelle ore in cui la tregua appare imminente, l’intensità dello scontro si fa più intenso. Una delle chiavi del conflitto è il fiume libanese Litani, a sud del quale, sancisce la risoluzione 1701 dell’Onu, Hezbollah non dovrebbe posizionarsi. Soprattutto non dovrebbe sparare i suoi missili contro Israele o costruire tunnel per attaccarla. Da tempo non è così e per questo da settimane i soldati di Tsahal sono impegnati sul terreno a ricacciare verso nord il nemico. Oggi, per la prima volta dal 2000, le forze di difesa sono arrivate al Litani, il più lungo fiume del Libano. In quest’area, fa sapere l’esercito, sono state localizzate e distrutte decine di postazioni di lancio di missili, centinaia di razzi, depositi di armi e altre armi nascoste nella zona. Secondo i media israeliani, l’obiettivo di Tshal è raggiungere il castello di Beaufort, considerato uno dei centri di comando di Hezbollah. Un luogo in cui nella Seconda guerra del Libano si svolsero durissimi combattimenti tra forze armate israeliane e terroristi libanesi.
La proposta di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah prevede una tregua iniziale di due mesi durante la quale le forze israeliane si ritirerebbero dal Libano e Hezbollah porrebbe fine alla sua presenza armata a sud del fiume Litani. Migliaia di soldati dell’esercito libanese e le forze di pace dell’ONU dovrebbero pattugliare la zona di confine. Mentre a un comitato internazionale sarebbe affidata l’attuazione dell’accordo e della Risoluzione 1701 del 2006 dell’Onu mai completamente applicata.
Israele insiste per mantenere il diritto di colpire Hezbollah in caso di violazioni, una condizione contestata dal Libano, che teme per la propria sovranità.