L’OPINIONE – Alberto Heimler: L’antisionismo è guerra a tutti gli ebrei
Secondo la lungimirante visione del Rebbe di Lubavitch, così come l’obiettivo di Hitler era l’eliminazione di tutti gli ebrei, così il movimento Chabad vuole ritrovarli tutti, e riportarli all’ebraismo da molti perduto. Il progetto è pacifico, assolutamente non aggressivo, non politico. E invece per la seconda volta siamo qui a piangere uno dei messaggeri del Rebbe. La prima volta nel 2006 a Mumbai Rav Gabi Holzberg e la moglie Rivka, che il loro ricordo sia di benedizione, furono massacrati da terroristi islamici. Adesso è la volta di un loro nipote, Rav Zvi Kogan, che il suo ricordo sia di benedizione, a essere anch’esso assassinato da estremisti islamici a Dubai. Un attentato organizzato. Odioso. La morte non era stata messa da loro in conto. Il loro lavoro, la loro missione erano rivolti agi ebrei, ebrei del luogo e di passaggio. E invece senza saperlo rischiavano la vita e purtroppo hanno pagato con la vita la loro dedizione all’ebraismo.
È una tragedia la follia in cui è di nuovo caduto l’Occidente. L’antisemitismo che, per lo meno in Europa, credevamo un problema del passato è ancora purtroppo vivo e vegeto. Esso si ripresenta sempre in nuove forme. L’antisemitismo religioso cristiano prima e per millenni, l’antisemitismo politico poi, con gli ebrei visti sia come capitalisti che come comunisti. In ogni caso entrambi da combattere e da sconfiggere. L’antisemitismo nazista, nella sua barbarie un miscuglio di tutto questo.
Questo di adesso non è antisemitismo, dicono, ma antisionismo. E non si rendono conto che il sionismo ha completato la sua missione nel 1948. Da allora lo Stato di Israele è una realtà. Chi si dichiara antisionista oggi non è contrario a un governo, a una parte politica, il che è totalmente legittimo, ma è contrario alla stessa esistenza di uno Stato degli ebrei, alla stessa presenza ebraica in Israele. Ha una posizione identica a quella dell’Islam radicale che non può accettare uno Stato ebraico e una popolazione ebraica in una terra una volta musulmana.
E l’uccisione di Rav Kogan zl dimostra ancora una volta che quella che si sta svolgendo è una guerra contro tutti noi, ebrei della diaspora e israeliani. Dal 7 Ottobre 2023 siamo tutti sotto attacco, tutti responsabili gli uni per gli altri, tutti accumunati a resistere alle perfide accuse dei nostri avversari. È la nostra identità profonda che viene attaccata e perciò per non soccombere dobbiamo rafforzare il nostro ebraismo, promuoverlo, diffonderlo. Lo studio della Torà e il rispetto delle Mitzvot sono la nostra forza, la nostra vita.
Le leggi razziali italiane non prevedevano lo sterminio degli ebrei ma comunque erano leggi terribili per chi le subiva. Tante vite sono state rovinate a causa di esse. Università non fatte, scuole non finite, attività interrotte, vite spezzate. Ma certo le leggi razziali italiane non prevedevano lo sterminio. Questo certo non le assolve. È così anche con l’antisemitismo. Non ci dobbiamo indignare solo per i massacri e le morti, ma per tutte le odiose discriminazioni. Sabato sera la figlia di un frequentatore del mio tempio in vacanza a Madrid con le amiche voleva andare in discoteca. Tutte sono entrate eccetto lei perché dal passaporto italiano risultava nata a Tel Aviv. Ecco a cosa conduce il clima che stiamo vivendo.
Che la morte di Rav Kogan zl sia di stimolo per tutti noi a rispettare le nostre tradizioni, a recuperare il nostro patrimonio religioso e culturale, a frequentare assiduamente il tempio, a dispetto di chi ci vuole annientare fisicamente e spiritualmente. Solo il rispetto delle diversità può condurre a una società più libera e più democratica. Le differenze sono una ricchezza da coltivare, non un disturbo da eliminare. Che il nostro esempio, ispirato alla Torà, possa promuovere la creazione di un mondo più giusto, più rispettoso di tutti e più umano. Che la barbarie venga presto sconfitta.
Alberto Heimler