ROMA – Il caso Mortara e le ferite aperte del diritto canonico
Non era scontato che due istituzioni universitarie pontificie promuovessero una conferenza sulla vicenda del piccolo Edgardo Mortara, il bambino ebreo sottratto alla sua famiglia dalla Chiesa dell’ultimo “papa re”, Pio IX. Il convegno The Mortara case between History, Philosophy and Theology, in programma oggi dalle 18 alla Pontificia Università S. Tommaso D’Aquino – Angelicum, con la collaborazione dell’Università Pontificia Gregoriana, offrirà diverse prospettive. E sarà anche un’occasione per ricordare chi nel mondo cattolico non restò in silenzio davanti a quell’abuso: ad esempio lo scrittore afroamericano Victor Séjour, autore dell’opera teatrale La Tireuse de cartes del 1859, ispirata proprio al caso Mortara. Se ne parlerà a partire dal libro Writing for Justice di Elèna Mortara, docente universitaria e pronipote di Ernesta, la sorella di Edgardo che assistette al suo rapimento. Vincitore nel 2016 dell’American Studies Network Book Prize, il libro ripercorre la genesi di quell’opera e la sua particolarità. Séjour «non mette in scena direttamente il caso Mortara», sottolinea la studiosa. Ma crea comunque «una situazione simile, modificando dettagli e i nomi dei protagonisti». In ogni caso, nonostante i camuffamenti anche di genere, perché invece di un protagonista c’è una protagonista, «la vicenda e le problematiche che ha generato sono chiaramente riconoscibili nella sua opera, che mantiene l’essenza della storia reale».
L’intervento di Mortara non sarà solo rievocativo. «Nel 2000, nei mesi precedenti la beatificazione di papa Pio IX, grazie ad alcuni giornalisti cattolici sono venuta a conoscenza del fatto che ancora oggi, nell’attuale codice di diritto canonico promulgato da papa Giovanni Paolo II nel 1983, esiste un canone che rende lecito agli occhi della Chiesa di Roma il battesimo segreto dei bambini», spiega la studiosa. E questo «anche se i genitori del bambino sono non cattolici, e anche contro la loro volontà». Da allora, racconta la discendente di Mortara, «in varie occasioni ho cercato di chiedere alla Chiesa di abolire questo residuo di un passato doloroso, che si scontra con tutti i valori attuali di libertà di religione, diritti naturali dei genitori e fratellanza universale». L’appello ad oggi caduto nel vuoto sarà rivolto una nuova volta stasera, affinché siano ascoltate «le tante voci che chiedono un cambiamento concreto» in nome anche «di quel concetto di fratellanza universale che è stato invocato dallo stesso papa Francesco nella sua enciclica Fratelli tutti» e nell’auspicio «di un ruolo positivo delle religioni per lo sviluppo di una cultura di pace nel mondo». Interverranno tra gli altri all’incontro Marco Cassuto Morselli, il presidente della Federazione Italiana delle Associazioni di Amicizia Ebraico-Cristiana. E dagli Stati Uniti il teologo cattolico Matthew Tapie, della St. Leo University, autore di un libro di prossima uscita su Tommaso d’Aquino e il caso Mortara.
a.s.