ISRAELE – Katz dà l’ultimatum al Libano
In visita al confine settentrionale, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha lanciato un duro avvertimento al governo libanese. «Se il cessate il fuoco crolla, non ci sarà più alcuna esenzione per lo Stato del Libano» ha sostenuto Katz. «Non faremo più distinzioni tra Hezbollah e il governo libanese. Reagiremo con la massima forza e tolleranza zero per far rispettare gli accordi del cessate il fuoco». L’avvertimento arriva poche ore dopo i colpi di mortaio sparati da Hezbollah verso il nord d’Israele. Un attacco che non ha avuto conseguenze, ma ha messo in pericolo la tregua. Tsahal ha risposto con un contrattacco immediato, colpendo obiettivi della milizia sciita sostenuta dall’Iran. «Questo è stato il primo test», ha proseguito Katz. «Abbiamo reagito con forza e continueremo a farlo. Non permetteremo a Hezbollah di tornare alle vecchie tattiche».
Il ministro ha poi sollecitato il governo libanese a prendere provvedimenti contro il gruppo terroristico. «Il Libano deve autorizzare il proprio esercito a far rispettare la propria parte degli accordi, mantenendo Hezbollah oltre il fiume Litani e smantellando tutte le infrastrutture del gruppo».
Le dichiarazioni di Katz, sottolineano i media israeliani, rappresentano una delle minacce più dure mai rivolte da un alto rappresentante israeliano nei confronti dello stato libanese e segnano un potenziale cambio di strategia.
Non cambia invece la strategia nei confronti dei terroristi. Dal sud del Libano alla Cisgiordania, dalla Siria a Gaza, Tsahal nelle ultime 24 ore ha colpito su diversi fronti obiettivi legati a Hamas e Hezbollah. Per Gaza l’indirizzo politico è chiaro: Hamas non deve più costituire in nessun modo una minaccia. Per il premier Benjamin Netanyahu è anche escluso che il gruppo terroristico, una volta finita la guerra, partecipi in qualsiasi forma alla gestione amministrativa dell’enclave palestinese. Un’eventualità che stride con la notizia diffusa in queste ore dai media arabi: Fatah e Hamas avrebbero raggiunto un accordo preliminare per gestire congiuntamente Gaza nel periodo post-bellico. L’intesa prevede la creazione di un comitato composto da figure indipendenti, con il compito di occuparsi di economia, educazione, sanità, aiuti umanitari e ricostruzione. Questo comitato dovrebbe essere responsabile anche della gestione del valico di Rafah con l’Egitto. Né Israele né gli Stati Uniti hanno dato il proprio benestare a questa trattativa, mediata dal Cairo.