ISRAELE – Allo studio il piano egiziano per Gaza
Lo sguardo israeliano in questi giorni è puntato soprattutto sulla Siria. La continua avanzata dei ribelli jihadisti e il rischio di un crollo del regime di Bashar al-Assad sono tenuti sotto osservazione a Gerusalemme. Tanto che Tsahal in queste ore ha aumentato le forze di sicurezza sul confine siriano. «Tsahal sta monitorando gli eventi ed è pronta a qualsiasi scenario sia offensivo che difensivo», ha reso noto l’esercito. Non sarà permessa, fanno sapere i vertici militari, «nessuna minaccia vicino al confine con Israele e lavoreremo per sventare qualsiasi pericolo per i nostri cittadini». Uno dei timori è l’infiltrazione di cellule terroristiche dalla Siria legate all’Iran o che si muovono autonomamente.
Oltre alla Siria, governo e funzionari della Difesa discutono della proposta presentata dall’Egitto per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza. La proposta non prevede la fine della guerra, ma una tregua prolungata per consentire la liberazione di una parte dei 100 ostaggi ancora in mano ai terroristi palestinesi. I rapiti parte dell’intesa dovrebbero appartenere a categorie specifiche: anziani, bambini, donne, malati e feriti gravi. Secondo i media israeliani si tratta di meno di una trentina di persone.
Il cessate il fuoco dovrebbe durare 60 giorni, senza prevedere un ritiro di Tsahal da Gaza, ma la liberazione di alcune centinaia di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, a margine di un incontro giovedì con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ha espresso ottimismo riguardo un possibile accordo. Hamas per il momento si è sempre mosso di traverso, ma nelle ultime 24 ore ha dichiarato di «essere pronto a dimostrare flessibilità».