ROMA – Cinque anni senza Piero Terracina, il ricordo del nipote
«Non perdete mai la dignità, qualunque cosa accada», chiedeva Piero Terracina ai ragazzi. Per molti giovani delle scuole italiane l’indimenticabile Testimone romano, scomparso l’8 dicembre di cinque anni fa, era “nonno Piero”. Oppure lo “zio Piero”, altro nomignolo affettuoso adottato in quell’ambito. Per suo nipote Ettore lo era anche biologicamente. Piero Terracina è stato lo zio al fianco del quale ha vissuto anni di «forti emozioni familiari», accompagnandolo poi nell’impegno di testimonianza quando anche Terracina ha deciso che fosse arrivato il momento di portare la sua storia nelle scuole e negli spazi pubblici. A cinque anni dalla morte «la vivificazione della sua Memoria resta un impegno centrale», sottolinea il nipote. «Lo facciamo non solo per portare avanti il ricordo della sua storia, ma anche la storia di tutti quelli che come lui sono tornati dai campi della morte segnati per sempre nel fisico e nell’anima e dei tantissimi che purtroppo non hanno avuto voce: forse dirlo è superfluo, ma è un qualcosa che non dobbiamo mai dimenticare». Dello zio, il nipote conserva ricordi vividi: «Parto ovviamente dagli affetti intimi e familiari, come le partite di calcio guardate assieme alla domenica». Con il tempo, rotti gli indugi, c’è stato però anche un Piero sempre più pubblico ed esposto. «Si preparava sempre ogni intervento e mi chiedeva un parere al riguardo. Poi, però, andava sempre a braccio…», racconta divertito il nipote.
«Vivificazione della Memoria» è stato il cambio di denominazione della scuola Solidati-Tiburzi di Roma in scuola Piero Terracina, sancito nel 2023 con una toccante cerimonia alla quale sono tra gli altri intervenuti due compagni di testimonianza come Edith Bruck e Sami Modiano, con parole di affetto e riconoscenza per la strada tracciata tra i giovani da “zio Piero”. Sami ricorderà il suo fraterno amico anche nel corso di un limmud in programma mercoledì 11 dicembre alle 18.30 al Centro ebraico Il Pitigliani di Roma, promosso dall’associazione Progetto Memoria di cui Terracina è stato tra i soci fondatori e presidente onorario. Insieme ai familiari, interverranno anche il rabbino capo Riccardo Di Segni e l’educatrice e psicologa Hora Aboav. «Mi dicono che tanti insegnanti abbiano espresso l’intenzione di esserci, a ulteriore conferma di quanto di buono mio zio abbia realizzato in quell’ambito», sottolinea Ettore. È «un piccolo segnale positivo», aggiunge il nipote. Oltretutto in parziale controtendenza rispetto ad altri registrati dopo i massacri del 7 ottobre. «Un istituto che solitamente ci coinvolgeva attorno alla data del 16 ottobre, per la prima volta non si è fatto sentire», dichiara. «Alcune scuole che avevano organizzato iniziative per il 27 gennaio hanno annullato gli eventi, senza fornire delle motivazioni..».
Allarma il nipote la contrazione degli spazi scolastici e istituzionali per trasmettere Memoria alle nuove generazioni. «Ma questo, invece di essere un disincentivo, è uno stimolo in più a impegnarci, a rafforzare il lavoro da fare. Nel nome di zio Piero e di tutti gli altri testimoni dell’orrore».
a.s.