ROMA – Addio a Marika Kaufmann, una vita per la testimonianza
«L’unico mezzo che conosco per combattere il negazionismo è la testimonianza». E nella testimonianza non si è mai risparmiata Marika Kaufmann, per 56 anni compagna di vita di Shlomo Venezia, ripercorrendo davanti a scolaresche e giovani di tutta Italia la storia del marito ad Auschwitz-Birkenau. Nel campo di morte, Venezia era nel Sonderkommando, il gruppo dei deportati a cui i nazisti avevano affidato la responsabilità di cremare i corpi delle persone sterminate. Kaufmann ha affrontato i traumi e le ferite legate a quell’abisso di morte, ma anche le sue memorie di giovane ebrea ungherese braccata dal regime, in fuga da una città all’altra per evitare l’arresto. Una testimonianza comunque di vita e speranza proprio per via della sua lunga storia d’amore con Shlomo, conosciuto in Italia negli anni ’50. Tre i figli nati dalla loro unione. «Ci lascia Marika, moglie di Shlomo Venezia. Donna straordinaria e presenza costante e silenziosa accanto a suo marito», il cordoglio espresso dalla Comunità ebraica romana nell’annunciare la morte della donna, che era nata il 14 aprile 1939 a Budapest e arrivata in Italia nel Dopoguerra. La Fondazione Museo della Shoah di Roma, presieduta dal figlio Mario, la ricorda come una «grande testimone» e continuatrice «dell’opera straordinaria del marito, partecipando ai viaggi della memoria, andando nelle scuole, non sottraendosi mai all’impegno civile della trasmissione della memoria». Sia il suo ricordo di benedizione.