SIRIA – Crolla il regime degli Assad, Israele alla finestra
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Domenica mattina le Israel Defense Forces (Idf) hanno dispiegato nuove unità «nella zona cuscinetto e in diversi altri luoghi necessari per la sua difesa, per garantire la sicurezza delle comunità delle Alture del Golan e dei cittadini di Israele». Questa una delle prime reazioni ufficiali da parte di Israele davanti al crollo del regime di Bashar Assad in Siria. Con la fuga all’estero del presidente siriano, cala il sipario su un sistema di potere che ha fatto della minoranza alauita, la stessa a cui appartiene la famiglia Assad, l’architrave di un regime nato negli anni Sessanta nel segno del partito socialista panarabo Ba’ath, ma poi trasformatosi nel regno personale degli Assad. Presidente prima di Bashar Assad (2000-2024) è stato il padre Hafez Assad (1971-2000). Sia per motivi di appartenenza etnica (gli alauiti sono un gruppo di derivazione sciita) sia ideologica (il partito Ba’ath è socialista e non religioso), gli Assad hanno sempre identificato nell’islam politico di scuola sunnita il loro principale nemico. Nemico che, tanto il padre quanto il figlio, hanno combattuto con violenza senza pari. Negli ultimi dodici anni (dallo scoppio cioè della primavera araba), con il sostegno attivo dell’Iran, di Hezbollah e della Russia, Bashar Assad ha sterminato oltre mezzo milione di suoi concittadini mentre secondo dati Unhcr i profughi siriani sono oltre la metà della popolazione: circa 7 milioni di sfollati interni e non meno di cinque milioni all’estero. Non è dunque un caso che a provocare il crollo del regime sia stata l’insorgenza sunnita con il sostegno della Turchia, paese che da solo ospita più di tre milioni di rifugiati siriani.
La caduta di Assad è un brutto colpo per l’Iran che perde un alleato importante e la fine di un nemico per Israele che però non festeggia. Il domani della Siria è incerto e l’ingresso del paese nell’orbita della Turchia e della Fratellanza musulmana è pieno di incognite per lo stato ebraico. «Sottolineiamo che le Idf non stanno interferendo con gli eventi interni della Siria», si legge ancora nella nota delle forze armate israeliane. «Le Idf continueranno ad operare finché sarà necessario per preservare la zona cuscinetto e difendere Israele e i suoi civili».