NAPOLI – In sinagoga la testimonianza di Ella Mor

Non c’era un posto libero, alla sinagoga di Napoli, per ascoltare la testimonianza di Ella Mor. La zia della piccola Abigail, per 51 giorni prigioniera di Hamas a Gaza, è diventata un simbolo del 7 ottobre e della campagna per la liberazione degli ostaggi. Dal 7 ottobre gira il mondo per raccontare la sua storia e quella dei fratelli Michael e Amalia, i cui occhi hanno testimoniato l’uccisione dei genitori da parte dei terroristi infiltratisi nel kibbutz Be’eri. «Serviranno almeno due generazioni per liberarsi dalle tossine del 7 ottobre», ha raccontato Mor al giornalista Giuseppe Crimaldi, con il quale ha dialogato sulla percezione di questa vicenda nel mondo occidentale, sulla tendenza di molti alla minimizzazione e sul ritorno dell’antisemitismo. Ad accoglierla in sinagoga, per la Comunità ebraica, c’erano il vicepresidente Sandro Temin e i consiglieri Paolo Ferrara e Daniele Coppin. Quest’ultimo ha anche introdotto l’incontro. Hanno portato tra gli altri un saluto, inoltre, la presidente della sezione napoletana dell’Adei Wizo Miriam Rebhun, il presidente della sezione locale dell’associazione Italia-Israele Giovanni Bini e il presidente dell’associazione Bezalel Francesco Lucrezi. In sala erano presenti rappresentanti della politica e dell’associazionismo. Tra loro Antonello Sannino, presidente dell’Arcigay Napoli, che ha sottolineato come la sua sia stata forse l’unica realtà del mondo Lgbtq+ in Italia a parlare con chiarezza del 7 ottobre e dei crimini compiuti dai terroristi.