TURISMO – Israele punta al ritorno degli italiani

Oltre 17 milioni di euro dedicati al miglioramento delle infrastrutture nella regione settentrionale. Potenziamento al contempo dell’illuminazione delle strade di Gerusalemme. Interventi ad hoc nella rete di vicoli della città vecchia di Safed.
Sono alcuni degli investimenti annunciati dal governo israeliano per rilanciare il turismo nel 2025. Nell’anno del Giubileo, l’obiettivo è riportare nel paese il “normale” flusso di pellegrinaggi. «Ma siamo interessati anche al turismo generalista: la situazione è in miglioramento, le compagnie aeree stanno tornando a volare e cresce per questo l’ottimismo», racconta Kalanit Goren Perry, delegata dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, parlando con Pagine Ebraiche a margine di un incontro al Museo ebraico di Roma sui progetti di promozione legati al Giubileo.
Tra le iniziative annunciate, una mostra a maggio per i 60 anni del Museo d’Israele in cui tornerà ad essere esposto il Grande Rotolo di Isaia. A maggio tutte le compagnie aeree dovrebbero volare a regime. «C’è chi ripartirà a gennaio, chi a febbraio, chi a marzo. Prima della guerra dall’Italia partivano circa 100 voli settimanali per Israele, l’obiettivo è tornare al più presto a quei livelli, con una copertura nazionale dal Nord fino alla Sicilia», spiega Goren Perry. L’Italia è uno dei mercati “tradizionali” per il turismo israeliano, arrivato alla soglia del Covid oltre la soglia record dei cinque milioni di visitatori annui. In quest’ottica, dice Goren Perry, «la scelta del governo di investire ingenti risorse per il potenziamento dell’offerta turistica è un segnale: non ci limiteremo ad accogliere, ma stiamo adottando un approccio il più possibile attivo e con una visione». Alla presentazione dei progetti per il 2025 è intervenuto tra gli altri il neo ambasciatore israeliano Jonathan Peled, sottolineando come Italia e Israele «siano collegate da secoli e così Roma e Gerusalemme: il Giubileo può essere un anno di ulteriore consolidamento dei rapporti a livello economico e storico». In apertura di evento il presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun si è detto «rasserenato» per il fatto che «si possa finalmente tornare a parlare di turismo in Israele, con il pensiero e il sentimento rivolto alle sue unicità e bellezze». Il Giubileo «può essere l’occasione per un incontro con la radice ebraica del cristianesimo, che passa anche attraverso questi itinerari», ha poi affermato Noemi Di Segni, presidente Ucei. Di Segni l’ha definito un percorso di «coerenza religiosa». E questo, ha concluso, «è il momento giusto» per ribadire un messaggio del genere.

a.s.