7 OTTOBRE – Engelmayer porta le sue cartoline a Torino
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Un uomo assorto cammina per Torino. Passeggia per le vie, sullo sfondo la Mole antonelliana, il Monte dei Capuccini. Ma il suo pensiero è rivolto altrove: agli ostaggi da 441 giorni prigionieri di Hamas a Gaza. «Io sono a Torino, ma gli ostaggi sono ancora lì. E questo è sempre il mio primo pensiero. Da un anno disegno i loro volti, le loro storie. È una forma di attivismo che non mi abbandona mai, non importa la città in cui sono. Del resto non importa cosa facciamo noi nella nostra quotidianità, la costante è che loro sono ancora prigionieri», afferma a Pagine Ebraiche Zeev Engelmayer. I lettori di questo giornale lo conoscono: il numero di settembre portava in copertina una sua opera, assieme a una lunga intervista. Ora è in Italia per presentare di persona le sue cartoline quotidiane. L’appuntamento era al centro sociale della Comunità ebraica di Torino. «Ho presentato la mia storia di illustratore e di attivista con il personaggio umoristico di Shoshke (una donna sua alter ego), ma soprattutto il mio impegno dopo il 7 ottobre».
Dopo le stragi e i rapimenti di Hamas, Engelmayer ha iniziato a disegnare gli ostaggi. «Ha un tratto completamente diverso dagli altri. Attraverso l’uso di colori e un disegno apparentemente ingenuo riesce a dare un senso di ottimismo anche in questa situazione drammatica», sottolinea il gallerista Ermanno Tedeschi, promotore insieme all’Adei Wizo di Torino dell’incontro con Engelmayer. A portare l’illustratore in Italia per la terza volta è stata l’addetta culturale dell’ambasciata d’Israele, Maya Katzir. «In Israele tutti lo conoscono. Le sue cartoline per gli ostaggi sono ovunque: dalle fermate degli autobus alle manifestazioni dei famigliari dei rapiti».
Al pubblico torinese l’illustratore ha regalato alcune delle sue opere. «È stato un gesto spontaneo», racconta Engelmayer. «Non mi aspettavo di trovare anche qui dei legami così forti con Israele e con la situazione degli ostaggi. Per noi è la quotidianità, siamo immersi in queste storie e sappiamo chi sono Naama Levy, Liri Albag, Matan Zangauker. Ho trovato anche qui a Torino molta consapevolezza e solidarietà».
Nel corso della serata torinese sono state raccolte donazioni per la campagna “Ritorno a Sderot”, in favore della città del sud di Israele duramente colpita il 7 ottobre.
d.r.