A TAVOLA – Ricette ebraiche per bambini? Perché sì
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Cucinare con i bambini può essere complicato, perché «ci si mette il doppio del tempo!» oppure «Certo, se vuoi il caos in cucina…» e non è detto che il risultato sia ottimale, sempre che sia commestibile. Tutto vero? Certamente, ma la gioia che se ne ricava è enorme e – come ha scritto Jamie Betesh Carter in un suo recente intervento sul Tablet – può essere una maniera di trasmettere tradizioni che magari arrivano da membri della famiglia che i più piccoli non avranno mai occasione di conoscere. Ora però, scrive Carter, può venire in aiuto una nuova edizione di A Sweet Year: Jewish Celebrations and Festive Recipes for Kids and Their Families, originariamente pubblicato nel 1988, e nuovamente aggiornato ora che l’autrice, Joan Nathan, è diventata nonna. I capitoli sono organizzati in base alle principali feste ebraiche, e ovviamente allo Shabbat, e vi compaiono menù interi, come per esempio “Pranzo di Rosh haShanah, oppure “Menù del venerdì sera in inverno”, e nelle ricette è indicato chiaramente cosa i bambini possono fare da soli, ciò che gli adulti dovrebbero fare da soli e ciò che gli adulti e i bambini possono fare insieme. Questa terza edizione comprende nuove ricette, popolari tra le famiglie di oggi (si va dalla challah arcobaleno ai frullati di tahina) senza rinunciare ai grandi classici, come la zuppa di pollo. E nelle pagine non mancano spiegazioni, preghiere e benedizioni, insieme ai racconti di famiglia. Joan Nathan ha raccontato a Carter come nel riprendere in mano il volume abbia deciso di ricontrollato ogni singola ricetta e ne abbia aggiornate diverse, decidendo poi anche di aggiungere piatti che ha incontrato nei suoi viaggi, da una salsa di carote che ha mangiato in Australia alla zuppa che i suoi figli hanno assaggiato a Varsavia. «Ora ho dei nipoti e cucino con loro, ma è diverso: i bambini di oggi sono molto più interessati al cibo di quanto lo fossero prima, forse anche perché i loro genitori sono più attenti agli ingredienti. Una cosa resta uguale: quando si guarda a un cibo che si è preparato con le proprie mani, lo si guarda in modo diverso». Cucinare con i bambini può essere divertente, aggiunge Nathan, lasciare che facciano pasticci e raccontare storie su quello che si sta preparando è importante, ed è anche un modo bello per costruire ricordi che difficilmente si cancelleranno. E spiega: «Chiunque potrebbe mettere insieme un libro di cucina, no? L’ebraismo è una parte importante della mia casa, e volevo che questo libro fosse utile a tutti coloro che vogliono l’ebraismo nella loro casa. Preparare la challah è una parte importante della mia vita: tenevo a spiegare come farlo con i bambini e renderlo divertente. Ma se sto insegnando qualcosa che ha una valenza rituale allora ha senso includere le benedizioni». I piccoli imparano sempre, in qualsiasi situazione, e in cucina sono mille i valori che si possono trasmettere, un insieme di sapori, profumi e tradizioni. E anche a Chanukkah si può trovare il modo per condividere l’esperienza, basta affidare ai più piccoli compiti adatti, che ovviamente non abbiano nulla a che fare con l’olio bollente.