ISRAELE – Addio a Hanna Katzir, ex ostaggio di Hamas

Hanna Katzir «non dava altro che amore», ma «il suo cuore non ha retto alle terribili sofferenze patite dal 7 ottobre», ha annunciato la figlia Carmit Palty Katzir. Sopravvissuta a sette settimane di prigionia a Gaza, Katzir è morta nelle scorse ore a 78 anni, a poco più di un anno dal suo rilascio. «Era una donna, una moglie e una madre affettuosa», ha ricordato la figlia. Rapita dai terroristi della Jihad islamica il 7 ottobre dal kibbutz Nir Oz, Hanna era stata rilasciata il 24 novembre 2023 grazie a un accordo. «Appena ritornata, ci ha chiesto: ”Dov’è papà? Dov’è Elad?», ha raccontato Carmit. Solo allora ha scoperto il destino del marito, Rami, assassinato dai terroristi il 7 ottobre. Poi le hanno dovuto dire del figlio Elad, anche lui preso ostaggio dai terroristi palestinesi. «Per noi la buona notizia era che era stato rapito ed era vivo». Ma, dopo quattro mesi di prigionia, l’esercito ha notificato alla famiglia la morte di Elad, 47 anni, ucciso dai suoi carcerieri.
Figlia di sopravvissuti alla Shoah, Hanna aveva lavorato come assistente sociale. La prigionia l’aveva fortemente debilitata, causandole complicazioni cardiache. Parlando in pubblico della sua condizione medica, la famiglia aveva sottolineato come la storia di Katzir fosse esemplare. «È la dimostrazione di come per un ostaggio a Gaza ogni giorno rappresenti un pericolo per la vita».
Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha espresso il proprio cordoglio per la morte di Hanna. «Io e mia moglie Michal abbiamo visto di persona come fosse un simbolo di forza e di resilienza», ha sottolineato Herzog. «La sua tragica scomparsa ci ricorda non solo il profondo dolore della famiglia Katzir e dei sopravvissuti alla prigionia, ma anche il terribile prezzo pagato dagli ostaggi ancora a Gaza, privi di cure adeguate e ogni giorno a rischio». Per questo, ha concluso il presidente israeliano, «dobbiamo fare di tutto e con urgenza» per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi. Un tema toccato anche nel messaggio di cordoglio del primo ministro Benjamin Netanyahu. «Abbracciamo la famiglia Katzir. Continuiamo a lavorare instancabilmente per riportare a casa tutti i rapiti».
Quando a gennaio si è scoperto della morte di Elad, la sorella Carmit aveva criticato il governo per non aver trovato un nuovo accordo con i terroristi palestinesi.

(Nell’immagine Hanna, Elad e Rami Katzir)