ISRAELE – Ostaggi, Hamas ostacola il negoziato
Israele e il mondo ebraico si apprestano a celebrare Chanukkah, accendendo il primo lume della festa. L’attenzione in Israele, oltre a ritrovarsi in famiglia per la festa, è rivolta a Doha e allo Yemen. Dal Qatar, principale mediatore nei negoziati tra Israele e Hamas, si attendono notizie sull’intesa per il rilascio degli ostaggi in cambio del cessate il fuoco a Gaza. Nonostante l’ottimismo espresso dagli Stati Uniti e da alcuni ministri israeliani, mancano ancora diversi passaggi per la conclusione dell’accordo. In particolare, riferisce l’emittente pubblica Kan, Hamas non ha ancora consegnato l’elenco degli ostaggi, vivi o morti, da rilasciare nella prima fase della potenziale tregua.
Nonostante una prima apertura ai colloqui, il gruppo terroristico resiste alle pressioni dei mediatori. Il quotidiano Israel Hayom sottolinea un cambio di posizione da parte dei suoi vertici, tornati a chiedere come condizione la fine della guerra. Un alto funzionario israeliano, scrive il giornale, ha denunciato la marcia indietro di Hamas: «Sta facendo un passo indietro rispetto alla linea meno dura che aveva portato al rinnovo dei colloqui».
Nel frattempo, i negoziatori israeliani presenti in Qatar sono rientrati in Israele per ulteriori consultazioni con Gerusalemme. La proposta sul tavolo prevede un cessate il fuoco articolato in tre fasi, con una prima dedicata al rilascio di ostaggi definiti “umanitari”: donne, bambini, anziani e prigionieri malati. I negoziati dunque proseguono tra speranze, pressioni e incertezze.
Certa invece è la risposta di Israele agli Huthi. Nella notte il gruppo ribelle yemenita ha attaccato per la quarta volta in pochi giorni il centro d’Israele. Uno dei suoi missili è stato intercettato fuori dallo spazio areo del paese, ma migliaia di persone sono state comunque costrette, nel cuore della notte, a ripararsi nei rifugi antimissile. Lo stato ebraico ha promesso una dura reazione. «Abbiamo sconfitto Hamas, trionfato su Hezbollah, neutralizzato i sistemi di difesa iraniani, rovesciato il regime di Assad in Siria, colpito duramente l’asse del male», ha elencato il ministro della Difesa Israel Katz per poi aggiungere: «Colpiremo duramente anche l’organizzazione terroristica Huthi in Yemen, l’ultima ancora in piedi». L’eliminazione della leadership del gruppo sostenuto dall’Iran è un’opzione in agenda, sottolinea ynet. «Poiché gli attacchi dallo Yemen verso Israele sono indiscriminati, la risposta israeliana può seguire lo stesso spirito», commenta il sito di notizie israeliano.
(Nell’immagine, il premier israeliano Benjamin Netanyahu con il capo del Mossad David Barnea)