CHANUKKAH – I presidenti Biden e Zelensky accendono il lume
La luce di Chanukkah è entrata anche nelle stanze del palazzo presidenziale di Kiev, dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha acceso il primo lume del candelabro della festa assieme a una delegazione di dodici rabbini. A guidarla, il rabbino capo del paese Moshe Azman, il cui figlio adottivo Matityahu è caduto al fronte negli scorsi mesi. Matityahu come Mattatia, il capo della rivolta asmonea contro Antioco Epifane. «Oggi celebriamo sia il Natale sia Chanukkah. È molto bello che in Ucraina possiamo vivere tutti insieme e combattere tutti insieme l’oscurità», ha dichiarato Zelensky. «La luce supererà definitivamente l’oscurità, come ci racconta la festa di Chanukkah. Ne sono sicuro», ha poi aggiunto il leader ucraino. Riflessioni condivise da Shmuel Kaminetsky, il rabbino capo della città di Dnipro: «La battaglia tra la luce e l’oscurità continua. L’asse del male sta diventando molto più debole e presto lo sconfiggeremo». Il rav ha poi affermato: «Accenderemo queste candele e speriamo che l’Onnipotente ci aiuti, e preghiamo assieme a tutti per assistere presto a grandi miracoli». Nel rivolgersi alle famiglie ebraiche ucraine, Zelensky ha augurato loro «pace, gioia e un futuro prosperoso», esprimendo l’auspicio che la Chanukkiah possa risplendere in ogni casa, «donando forza, riempiendo i cuori di nuove speranze e rafforzando la fiducia nel potere della verità e della giustizia». Da un altro palazzo presidenziale, quello di Washington, Joe Biden ha inviato il suo ultimo augurio di Chanukkah da presidente degli Stati Uniti d’America. Biden ha citato un pensiero del rabbino Jonathan Sacks, secondo il quale «un popolo che può camminare attraverso una valle di ombre di morte e gioire ancora è un popolo che non può essere sconfitto da nessuna forza o paura». A detta di Biden, questa caratteristica evocata da Sacks «è la luce del popolo ebraico».