ISRAELE – Herzog accende la chanukkiah per gli ostaggi

Per l’accensione del primo lume di Chanukkah, il presidente d’Israele Isaac Herzog ha scelto di incontrare a Tel Aviv un gruppo di soldati feriti nel corso di questi 446 giorni di guerra. «Circondato dai nostri eroi, invio a tutto il popolo ebraico i miei più calorosi auguri per un Chanukkah di luce, speranza e guarigione, mentre preghiamo per il rapido ritorno degli ostaggi», ha commentato Herzog. Nel suo discorso il presidente si è rivolto in particolare alla leadership israeliana chiedendo di arrivare il prima possibile a un accordo per il rilascio dei 100 rapiti ancora nelle mani di Hamas.
«Abbiamo ascoltato gli ostaggi liberati e i medici e, sulla base delle loro parole, posso dirvi che la vita degli ostaggi è in pericolo. La vita dei rapiti è in chiaro e immediato pericolo», ha ribadito Herzog. «Ogni giorno che passa, la minaccia alla loro vita aumenta. Chiedo alla nostra leadership di agire con tutte le forze, con tutti gli strumenti a nostra disposizione per arrivare a un accordo».
Le tensioni tra le parti hanno smorzato l’ottimismo delle ultime settimane, che aveva fatto sperare in un’intesa mediata da Qatar, Egitto e Stati Uniti. Una questione cruciale resta irrisolta: Hamas non ha ancora fornito un elenco degli ostaggi vivi o deceduti da includere nell’accordo. Non solo, secondo una fonte interna, il gruppo terroristico non è a conoscenza di dove siano tutti i rapiti.
A Gaza, intanto, la guerra continua. Durante i combattimenti nell’enclave palestinese il capitano Amit Levi, 35 anni, è stato ucciso. La sua morte si aggiunge al bilancio di 392 israeliani caduti dall’inizio dell’offensiva contro Hamas.
Sul fronte nord, regge invece la tregua con Hezbollah. I soldati di Tsahal sono ancora presenti nel sud del Libano, impegnati a prevenire un ritorno del gruppo terroristico libanese nell’area. La missione Unifi, che monitora la regione, ha chiesto un ritiro tempestivo delle forze israeliane, «in linea con il cessate il fuoco di 60 giorni mediato dagli Stati Uniti e con la Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite». La risoluzione richiede il ritiro graduale dell’esercito israeliano e il dispiegamento delle forze armate libanesi al posto di Hezbollah, ma prevede anche che i terroristi del gruppo sostenuto dall’Iran si spostino a nord del fiume Litani. Dai portavoce di Unifil sono state espresse preoccupazioni per i danni causati dalle operazioni militari israeliane. Tsahal ha dichiarato di star esaminando le critiche.