CHANUKKAH – Accensione Roma dedicata a ostaggi
«Stride molto l’idea della luce, del calore e della famiglia» di Chanukkah con il buio e la cattività «cui sono costretti gli ostaggi prigionieri di Hamas». Per questo il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun ha deciso di dedicare «alla loro liberazione» la quinta accensione della chanukkiah, organizzata dal movimento Chabad in piazza Barberini. Un appuntamento ormai tradizionale per la capitale, da 37 anni a questa parte.
Tra gli ospiti dei rabbini Yitzhak e Shalom Hazan c’erano ieri in piazza il sindaco Roberto Gualtieri, l’ambasciatore statunitense Jack Markell e l’incaricato d’affari per l’ambasciata argentina Gonzalo Sebastian Mazzeo. «Un pensiero particolare va agli ostaggi, con la speranza che calore e affetto possano far loro superare tutte le sfide», ha esordito Shalom Hazan. Chanukkah è, per Hazan, l’emblema di un impegno: «Andare avanti secondo verità e giustizia, nonostante tutta l’oscurità che può venirci incontro». Luce, secondo il sindaco Gualtieri, «significa energia, resilienza e speranza: abbiamo bisogno di tutte e tre le cose». Nel rivolgere «l’abbraccio di tutta Roma alla sua amatissima Comunità ebraica», il primo cittadino ha affermato che «non vi lasceremo mai soli davanti alle difficoltà e nemmeno alle gioie, che vogliamo condividere insieme». Anche l’ambasciatore Markell ha parlato di Chanukkah come festa «che ci offre un messaggio universale di speranza, resilienza e unità». Accendendo le luci di Chanukkah, ha aggiunto il diplomatico, «celebriamo la resilienza della comunità ebraica attraverso i secoli». Luci di speranza. Ma anche luci di futuro e continuità, ha concluso rav Yitzhak Hazan prima dell’accensione: «Il popolo ebraico non si consuma, rimane eterno».