USA – Addio a Jimmy Carter, il saluto di Herzog: leader coraggioso
Il mediatore degli storici accordi di Camp David del 1978 tra Israele ed Egitto, firmati rispettivamente dal primo ministro israeliano Menachem Begin e dal presidente egiziano Anwar al-Sadat. Ma anche il responsabile della fallimentare strategia, costatagli la rielezione, nella “crisi degli ostaggi” apertasi a stretto giro con il regime degli ayatollah in Iran. Tra luci e ombre il Medio Oriente entrò con prepotenza nei quattro anni alla Casa Bianca (1977-1981) di Jimmy Carter, il 39esimo presidente degli Stati Uniti d’America, morto nelle scorse ore all’età di 100 anni. Una figura comunque simbolo di un’epoca. «Carter è stato l’eroe di Camp David», dirà di lui un giorno l’ex presidente della Corte suprema israeliana Aharon Barak, primo consigliere di Begin nel negoziato. «Siamo rimasti seduti, credo, otto o nove giorni insieme. Mangiavamo, pregavamo, pensavamo ai problemi, fino a tarda notte. Quale altro presidente degli Stati Uniti sarebbe disposto a fare una cosa del genere?».
Alti e bassi nel suo rapporto con Israele, di cui pure ha più volte rivendicato di essere amico sincero. Un momento particolare di frizione lo si ebbe quando nel 2006 uscì il suo libro Palestine: Peace Not Apartheid, in cui l’ex presidente accusava lo Stato ebraico di attuare iniziative discriminatorie nei confronti dei palestinesi sulla falsariga di quelle praticate un tempo in Sudafrica contro i cittadini neri. Quel libro fu definito da alcuni antisemita e tra gli altri insorse il direttore nazionale dell’Anti-Defamation League, Abraham Foxman, qualificandolo come «oltraggioso e provocatorio».
Per il presidente d’Israele Isaac Herzog, intervenuto con un messaggio di vicinanza ai familiari e al popolo americano, il mondo dice addio «a un leader coraggioso». Herzog ha raccontato di essersi confrontato di recente con Carter e di averlo ringraziato «per i suoi sforzi storici nel riunire due grandi leader, Begin e Sadat, e nel forgiare una pace tra Israele ed Egitto che rimane un’ancora di stabilità in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa molti decenni dopo». L’eredità di Carter, secondo Herzog, «sarà definita dal suo profondo impegno nel costruire la pace tra le nazioni».
a.s.